Previdenza

La Rita attende le indicazioni Covip

di Matteo Prioschi

Potrebbe arrivare entro fine mese la circolare della Covip (a cui i tecnici stanno già lavorando) contenente indicazioni per rendere pienamente operativa la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) dopo le consistenti modifiche normative apportate dalla legge di bilancio 2018.

La legge 205/2017 ha semplificato il quadro normativo introdotto un anno prima dalla legge di bilancio 2017, secondo cui gli iscritti alla previdenza integrativa potevano richiedere la Rita a fronte di requisiti analoghi a quelli necessari per l’Ape volontario, certificati dall’Inps.

La Rita è la corresponsione, prima della pensione, di tutto o parte il capitale accumulato nella previdenza complementare. Questa opzione, secondo le nuove regole, può essere attivata da chi smette di lavorare (o viene licenziato) per un periodo massimo di 5 anni antecedenti la pensione di vecchiaia (periodo che può salire a 10 anni a fronte di oltre 24 mesi di disoccupazione).

L’articolo 11 del Dlgs 252/2005, così come modificato dalla legge di bilancio 2018, prevede ora come requisito di accesso alla Rita la distanza di 5 o 10 anni dalla pensione di vecchiaia, almeno 20 anni di contributi nella previdenza obbligatoria e poi dovrebbero essere richiesti almeno 5 anni iscrizione alla previdenza complementare, dato che così richiede l’articolo 11 del Dlgs 252/2005 relativo alle prestazioni in generale della previdenza complementare.

La norma non fornisce indicazioni su come verificare tali requisiti. Sarebbe utile capire, quindi, come regolarsi con l’adeguamento alla speranza di vita del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (che da qui a cinque anni per esempio potrebbe “allungare” la Rita) o se per i 20 anni di contributi sia sufficiente un estratto conto previdenziale. Non è nemmeno prevista una durata minima, mentre per la periodicità dei pagamenti la Covip nella circolare 1174 del 22 marzo relativa alla precedente versione della Rita aveva lasciato campo libero ai singoli operatori.

Secondo Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, «non saranno pochi quelli che utilizzeranno la Rita come escamotage per percepire rapidamente tutto il capitale accumulato con un trattamento fiscale favorevole potendo smettere di lavorare qualche anno prima del previsto, tanto più che i trattamenti di base Inps oggi sono ancora discretamente consistenti. Inoltre potrà aiutare le persone che hanno difficoltà ad arrivare alla maturazione della pensione per effetto dell’evoluzione del mercato del lavoro».

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