Previdenza

Fondi pensione con regole europee

di Federica Micardi e Matteo Prioschi

Si avvicina la “riforma” dei fondi pensione voluta dall’Unione europea. Oggi è all’esame preliminare del Consiglio dei ministri lo schema di Dlgs che attua la direttiva Ue 2016/2341, nota come Iorp II. La norma deve essere recepita entro il 13 gennaio 2019. Il testo è destinato ad apportare importanti modifiche nella gestione e nell’organizzazione dei fondi di previdenza di secondo pilastro.

La norma definisce in modo più chiaro l’ambito di attività dei fondi mentre i soggetti autorizzati a costituire fondi pensione aperti rimangono gli stessi e cioè banche, assicurazioni, società di intermediazione mobiliare e società di gestione del risparmio. Il principio che guida la direttiva Ue è la proporzionalità, declinata in diversi aspetti della riforma, dai requisiti richiesti per il sistema di governo, alla funzione di revisione, alle remunerazioni e al sistema sanzionatorio. Successivamente all’approvazione definitiva del Dlgs con un decreto del ministero del Lavoro - sentita la Covip - saranno stabiliti i requisiti di professionalità e onorabilità , nonché le cause di ineleggibilità e incompatibilità, che dovranno possedere il rappresentante legale, il direttore generale, i componenti degli organi, coloro che svolgono funzioni fondamentali e il responsabile dei fondi aperti.

Altra novità riguarda il soggetto “depositario”, presso cui devono essere depositate liquidità e strumenti finanziari, che non dovrà più essere necessariamente un istituto bancario. Ogni tre anni il fondo dovrà rivedere le proprie politiche ed effettuare una valutazione di gestione dei rischi.

La direttiva regolamenta inoltre il trasferimento transfrontaliero da o verso un altro Stato membro, i limiti del segreto d’ufficio nella collaborazione con le altre autorità e l’operatività all’estero delle forme pensionistiche complementari italiane e l’operatività in Italia dei fondi esteri. In pratica detta le regole per l’attività paneuropea in questo settore, con un cambio di passo rispetto alla direttiva 50/2014 recepita in Italia lo scorso giugno, contenente condizioni di favore per i cittadini che si spostano da un paese all’altro.

Infine molta attenzione viene posta alla comunicazione sia interna che nei confronti degli iscritti anche potenziali.

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