Previdenza

Montante contributivo rivalutato dell’1,34%

di Matteo Prioschi

Il montante contributivo accantonato a fine 2017 sarà rivalutato dell'1,3478 per cento. Il ministero del Lavoro ha comunicato ieri il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi relativo al 2018.

Tale valore si applica al montante accantonato fino al 2017 ed è pari al tasso medio annuo composto di variazione del prodotto interno lordo nominale del periodo 2012-2016. Ha effetto per le pensioni da liquidare con decorrenza 2019. In base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 9, della legge335/1995 e del decreto legislativo 180/1997, il montante della quota contributiva della pensione deve essere calcolata rivalutando i contributi maturati al 31 dicembre di ciascun anno per il coefficiente previsto per l'anno seguente. Non vengono rivalutati gli importi accantonati l'anno precedente il pensionamento (in questo caso il 2018) e quelli dei mesi dell'anno di pensionamento (il 2019).

La rivalutazione torna a superare quota 1% dopo sei anni, in cui aveva toccato anche un valore negativo per effetto della crisi economica, poi portato a zero con un provvedimento normativo al fine di non erodere il montante accumulato dai lavoratori. Il coefficiente di rivalutazione si applica integralmente al montante versato dai lavoratori che hanno iniziato a contribuire dal 1996 e la cui pensione quindi viene tutta calcolata con il sistema contributivo. Incide in misura minore per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. Per chi aveva almeno 18 anni di contributi al 1995, il sistema contributivo si applica solo alle annualità dal 2012 in poi. Per chi aveva meno di 18 anni, il contributivo vale per i contributi versati dal 1996 in poi.

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