Previdenza

Se la pensione non allunga la vita

di Davide Colombo

Un ritiro anticipato dal mercato del lavoro può aumentare il rischio di morte prematura. In particolare, per gli uomini il rischio cresce fino al 6,8% per ogni anno di anticipo, cosa che non accade per le lavoratrici. Sono i risultati cui è giunto un ampio lavoro di ricerca realizzato da un poll di economisti guidato da Josef Zweimüller, professore dell’Economic Department dell’Università di Zurigo, e pubblicato in un working paper(n. 25124, ottobre 2018)per il National bureau of economic research (Nber).

Josef Zweimüller ieri ha illustrato a Roma i risultati della ricerca nell’ambito delle iniziative organizzate da Inps per la chiusura delle celebrazioni dei 120 dalla fondazione dell’Istituto. «Abbiamo analizzato i dati amministrativi molto precisi sulla mortalità di lavoratori che hanno lasciato il posto fino a tre anni prima dell’età normale di pensionamento grazie a un’indennità-ponte contro la disoccupazione – ha spiegato Zweimüller al Sole24Ore – e le evidenze empiriche raccolte dimostrano una significativa riduzione dell’età di decesso tra gli uomini. Ogni anno di anticipo aumenta dell’1,85% la probabilità di morire prima dei 73 anni».

La materia è controversa. Recenti studi sull’invecchiamento attivo condotti in Olanda, Svezia, Norvegia e negli Stati Uniti hanno indagato il rapporto tra pensionamento e mutamenti delle condizioni di salute, psicologiche e motivazionali di lavoratori e lavoratrici, ma i risultati finali non sono univoci. La solidità della ricerca condotta dal team di Zweimüller sta nel fatto che misura una correlazione sulla base di dati amministrativi raccolti e confrontati in regioni diverse dell’Austria, in alcune delle quali tra il 1988 e il 1993 è stata introdotta in via sperimentale un’assicurazione contro la disoccupazione che consentiva un’uscita anticipata verso la pensione. I dati riguardano due campioni di 310mila uomini e 144mila donne nati tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del secolo scorso. «L’età di pensionamento effettivo per coloro che hanno utilizzato quell’assicurazione – spiega ancora Zweimüller – s’è ridotta da 65 a 60 anni per gli uomini e da 60 a 55 per le donne».

L’«attrazione fatale» verso il pensionamento anticipato è stata analizzata in quanto «indotta» da una nuova misura di policy che prima non c’era e che ha in qualche modo influito nei piani del lavoratori al netto dell’entrata o meno in disoccupazione involontaria. L’effetto è peggiore, secondo le serie amministrative illustrate, per le “tute blu” e i lavoratori coinvolti in attività di bassa manovalanza rispetto agli impiegati. «Abbiamo verificato – dice Zweimüller – che con l’uscita dal mercato del lavoro cambiano gli stili di vita, gli uomini diventano più sedentari e scontano un peggioramento di umore per la perdita del lavoro, cosa che accade molto meno per le donne, sempre impegnate in lavori domestici o nella cura dei familiari». La riduzione di reddito dovuta alla perdita del salario è un’altra delle variabili considerate, ma il suo effetto è risultato trascurabile.

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