Previdenza

Pronto il decreto pensioni-reddito

di Davide Colombo e Giorgio Pogliotti

È in arrivo un decreto molto “pesante”. Non solo per la nuova spesa corrente che dovrebbe innescare nel 2019 (8,8 miliardi, di cui 3,9 per le pensioni anticipate con “Quota 100” e 4,9 per Reddito e pensioni di cittadinanza), ma anche perché sarà oggetto di verifiche europee ed avrà un passaggio parlamentare di conversione in legge non semplice. Il lavoro dei tecnici è di fatto completato, il Dl è all’esame “politico” e potrebbe andare al pre-consiglio dei ministri l’8 gennaio, per essere varato tra il 10 e il 12 gennaio, a meno di sorprese. Dopo le votazioni senza margini per un esame accurato della legge di Bilancio, le minoranze utilizzeranno tutti gli spazi e gli strumenti per l’esame del testo, e ci sarà una forte pressione per introdurre correttivi. Governo e maggioranza premeranno, invece, per una rapida conversione in legge, per attuare le due misure dal 1° aprile.

La bozza del Reddito di cittadinanza riconosce all’impresa che assume un disoccupato con contratto a tempo indeterminato, uno sgravio contributivo di 5 mensilità (6 per disoccupati di lunga durata e donne), che può raggiungere 18 mesi, a condizione che non lo licenzi per almeno due anni (a meno di giusta causa). Il disoccupato dovrà stipulare un “patto per il lavoro” con il centro per l’impiego; se sarà assunto tramite un’agenzia per il lavoro - con la quale dovrà sottoscrivere un “patto per la formazione”-, l’incentivo andrà ad azienda ed agenzia. Per aver diritto al sussidio la soglia Isee è di 9.360 euro. L’incentivo per il disoccupato single con Isee pari a zero è di 780 euro mensili, se è proprietario di casa dovrà rinunciare a 280 euro come quota di affitto imputato: come ha spiegato il consulente del ministro Luigi Di Maio, Pasquale Tridico (Università Roma Tre), il Rdc è una misura di housing support e di sostegno al reddito. Il valore del patrimonio immobiliare oltre la prima casa deve essere sotto i 30mila euro, il capitale mobiliare entro 6mila euro (cresce in base al nucleo familiare), con l’esclusione degli intestatari di auto e moto di grossa cilindrata. Ma per trasformare la misura in politica attiva c’è da riorganizzare i centri per l’impiego, intervento che richiede tempi medio-lunghi.

La super-deroga ai requisiti Fornero, di durata triennale e soggetta a stretta verifica sulla spesa, debutterà in un contesto difficile. Senza le nuove misure, la spesa per pensioni era prevista crescere dell’8,3% entro il 2021, passando da 269 a 291 miliardi. Quei numeri verranno ora superati e c’è da attendersi un esame scrupoloso della Commissione Ue: l’Italia ha un tasso di pensionamento tra i più elevati dell’eurozona (37,8 pensionati ogni 100 abitanti) e un deficit previdenziale pro capite di 1.307 euro. Bisogna capire quali saranno le platee di riferimento delle nuove pensioni e le percentuali di adesione. Se per “Quota 100”, con 62 anni di età e 38 di contributi, si è parlato finora di 315mila potenziali interessati (60% del settore privato, 40% del pubblico), ancora non è stata precisata la platea della pensione di cittadinanza (si è parlato di 500mila), considerando che le pensioni assistenziali sono 4,4 milioni (19,2% del totale) ed hanno un importo medio di 5.148 euro annui (429 netti al mese). Non è noto il costo del congelamento a 42 anni e 10 mesi del requisito di anticipo, non più adeguato alla speranza di vita, altro canale che produrrà un flusso aggiuntivo di uscite.

Il decreto di dimensioni significative dovrà poi superare scogli formali come la presunta “necessità e urgenza” che giustifica la reintroduzione dopo dieci anni dei Cda nella governance di Inps e Inail, per non parlare di norme di interpretazione autentica per capire se il taglio degli assegni elevati varrà anche per le Casse privatizzate. «I tagli non si applicano alle Casse dei professionisti - dice il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti - in base ad un’analisi testuale e ad una lettura costituzionalmente orientata della norma».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©