Previdenza

Pensioni, Tfs e compensi Cda ritardano l’ok della Ragioneria

di Davide Colombo e Marco Rogari

Solo oggi, a meno di ulteriori rinvii in extremis, il maxi decreto su pensioni e reddito di cittadinanza approderà al Quirinale per la controfirma del capo dello Stato. Se non ci saranno altri slittamenti, la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato, indispensabile per trasmettere l’articolato alla Presidenza della Repubblica, arriverà esattamente a distanza di una settimana dal varo del testo da parte del Consiglio dei ministri. A rallentare il cammino del provvedimento è stata soprattutto la necessità di perfezionare il sistema delle “coperture”. I tecnici si sono trovati davanti a un percorso a ostacoli, non del tutto inaspettato visto che il Dl per il solo 2019 vale oltre 10 miliardi: 5,9 per il reddito di cittadinanza, circa 4 per “quota 100” e 800milioni per gli altri interventi sul fronte pensionistico (dalla proroga di Ape sociale e Opzione donna fino alle misure per i “precoci”). E basta ricordare l’ultimo intervento aggiuntivo sui giochi e le slot, oltre 400 milioni l’anno di maggiori entrate, per capire la dimensione dei bilanciamenti strutturali cui ha guardato la Ragioneria valutando fino all’ultimo le nuove spese articolo per articolo.

Sono tre i grandi nodi che restano da sciogliere: le risorse e il “dispositivo” per l’anticipo con prestito bancario delle liquidazioni degli statali (fino a 30mila euro); il meccanismo del riscatto della laurea; il tetto ai compensi dei membri dei Cda di Inps e Inail previsti dalla nuova governance dei due enti con un ritorno al passato. Nodi, appunto, che dovrebbero essere superati entro oggi. Sull’anticipo del Tfs fino a 30mila euro tramite finanziamenti bancari agevolati su convenzione Abi si sa che l’operazione, una volta perfezionata, garantirebbe già quest’anno un anticipo della liquidazione su tutti i pensionamenti pubblici pari a 5 miliardi, che salgono a 12 nel triennio, come ha detto il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, al Sole 24Ore. Mentre per il riscatto laurea agevolato, che farebbe risparmiare ai lavoratori entranti nel mercato a partire dal 1996 una cifra tra il 20 e il 25% rispetto al riscatto ordinario, resta da fissare la scelta sul limite di età, cruciale per evitare rischi di illegittimità. Fonti tecniche avrebbero anche proposto di non fissare un limite di età, visto che la convenienza dello sconto cresce proprio per i lavoratori senior. Ma restano i vincoli di copertura.

Infine la questione della nuova governance di Inps e Inail: il Mef vuole che vengano indicati nella norma i capitoli di spesa dei due istituti da cui attingere per finanziare i nuovi board e i presidenti e, fino a ieri, si discuteva anche se inserire nel decreto la cifra annua da assegnare.

Conferme sull’invio oggi del testo al Quirinale sono arrivate ieri dal Movimento Cinquestelle così come dalla Lega. Lo stesso vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ha affermato sempre ieri nel corso di un question time alla Camera che il decreto legge «è di prossima pubblicazione». Il tutto mentre il ministero dell’Economia pubblicava alcune schede con i dettagli relativi alle principali misure della legge di Bilancio approvata a fine anno dal Parlamento, nelle quali si ribadisce che nel triennio sono circa un milione (330mila l’anno) i potenziali beneficiari di «quota 100» dalla combinazione di 62 anni d’età e 38 anni di contribuzione. La stima era stata già citata dal vicepremier Matteo Salvini la scorsa settimana. Un ritorno alle pensioni anzianità che secondo il Governo non mette in pericolo la tenuta del sistema previdenziale. A ribadirlo è stato a Davos il premier, Giuseppe Conte: «Voglio rassicurare sulla sostenibilità del sistema pensionistico, che sarà completamente sostenibile perché le persone che escono prima avranno meno e la riforma dura solo tre anni».

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