Previdenza

Il reddito di cittadinanza non esclude gli altri bonus per famiglie e disabili

di Michela Finizio e Valentina Melis

Il reddito di cittadinanza non viaggia da solo. La nuova misura di contrasto alla povertà si affianca ad altri aiuti in vigore, confermati per il 2019, che contano già milioni di beneficiari. Sono questi ultimi a interrogarsi - insieme ai responsabili dei Caf, inondati di richieste sul punto - se l’accesso al nuovo beneficio faccia decadere o meno gli altri bonus, assegni e agevolazioni ai quali si ha diritto.

Per gli aspiranti percettori del reddito di cittadinanza, che vivono sotto la soglia Isee di 9.360 euro, sono diversi i bonus sul piatto ma - in attesa dei chiarimenti ufficiali dell’Inps - per verificare la compatibilità tra le misure è necessario fare lo slalom tra i requisiti, le soglie reddituali e la disciplina introdotta con il Dl 4/2019. Molte famiglie potranno, infatti, incassare più tipologie di aiuto, ma in alcuni casi il nuovo «reddito» sarà decurtato dell’importo già percepito con altre forme assistenziali. In altre situazioni, invece, gli aiuti si potranno sommare: potrà accadere - come chiarisce il Dl 4/2019 - in caso di rimborsi spese, riduzioni tariffarie o rette per servizi, agevolazioni sui tributi, buoni servizio e prestazioni a favore dei disabili.

In linea generale, comportano un taglio del nuovo sussidio tutti i bonus già percepiti che richiedono la cosiddetta “prova dei mezzi”, ovvero il calcolo dell’Isee o la valutazione del reddito. Lo stesso accade per le prestazioni che aumentano il reddito disponibile del nucleo, come gli ammortizzatori sociali. In questi casi, il reddito di cittadinanza andrà a integrare le risorse già disponibili.

Ad esempio, se un lavoratore incassa 700 euro di Naspi al mese perché è rimasto disoccupato, e ha diritto a 900 euro di reddito di cittadinanza (il valore per un nucleo di quattro componenti), il nuovo sussidio sarà decurtato, riducendosi a 200 euro mensili. Allo stesso modo, se nel nucleo c’è un figlio nato da poco, potrà beneficiare anche del “premio alla nascita”, un assegno una tantum da 800 euro, e del bonus bebè da 96 euro al mese (se è un secondo figlio). Quest’ultimo (introdotto con legge 190/2014, articolo 1, comma 125), pur essendo soggetto alla verifica dell’Isee, è esplicitamente escluso dal novero delle prestazioni che comportano una riduzione del reddito di cittadinanza.

Anche il bonus nido da 1.500 euro all’anno per pagare l’asilo, essendo un rimborso spese senza soglie di reddito, si sommerà all’eventuale reddito di cittadinanza e non ne comporterà in alcun modo un taglio.

Invece, sul fronte della pensione di cittadinanza, una signora over 67 con 513 euro di “minima”, vedrà ridotto il suo eventuale sussidio dell’importo corrispondente: rispetto ai 630 euro mensili teoricamente riconosciuti in presenza dei requisiti reddituali, beneficerà di un aiuto da 117 euro. Restano invariati gli eventuali bonus gas e bonus energia (riduzioni tariffarie per le bollette).

All’eventuale reddito di cittadinanza, poi, si somma, nel caso di persone disabili, l’indennità di accompagnamento, che, essendo una prestazione a sostegno della disabilità, resta “fuori” dalla fotografia del reddito del nucleo.

Anche i numerosi aiuti che arrivano dagli enti locali dovranno seguire le regole generali: i rimborsi spese e le prestazioni slegate dalla “prova dei mezzi” si potranno sommare al reddito di cittadinanza; le forme di sostegno che richiedono una verifica della situazione economica (ad esempio, l’assegno di maternità o gli assegni familiari erogati dai Comuni) andranno a integrarsi con il nuovo sussidio. «Sarà fondamentale - fanno notare dal Caf Cisl - la piena operatività del Siuss, il sistema informativo unitario dei servizi sociali, per avere un quadro chiaro di tutte le prestazioni delle quali beneficiano le famiglie».

Infine, dal 1° marzo 2019, il reddito di inclusione, la vecchia misura di contrasto alla povertà in vigore dal 2017, non potrà essere più richiesto, e da aprile non sarà più riconosciuto, né rinnovato. Ma per le 462 mila famiglie beneficiarie, si impone una scelta: continuare a percepirlo per la durata residua (fino a 18 mesi) o - e non si sa ancora come- rinunciare al vecchio per il nuovo e più ricco sussidio.

Vedi il grafico: La compatibilità tra le misure di sostegno al reddito

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