Previdenza

Reddito, è scontro sui numeri Controlli Gdf a chi rifiuta il posto

di Giorgio Pogliotti

È “guerra” dei numeri tra governo, Inps e Istat sulla platea di beneficiari del reddito di cittadinanza. Intanto è prevista una stretta contro i “furbi”: al rifiuto della prima offerta di lavoro “congrua” - entro 100 km di distanza dalla residenza - scatteranno i controlli per chi percepisce il sussidio. Il “no” verrà registrato sul nuovo portale (il sistema informativo Siupl), da dove partirà la segnalazione all’Ispettorato nazionale del lavoro e alla Guardia di finanza.

Il giro di vite, nei piani del governo, nasce dalla consapevolezza che il rifiuto potrebbe arrivare da chi è impegnato nel lavoro sommerso: se trovato, dovrà restituire l’importo incassato e rischierà il carcere. Per omessa comunicazione della variazione del reddito effettivo o del patrimonio è prevista la reclusione da 1 a 3 anni, gli anni diventano da 2 a 6 in caso di presentazione di dichiarazioni false utilizzate per ottenere il Rdc. Sarà sufficiente tutto ciò per arginare il fenomeno delle false dichiarazioni Isee messo in luce dalla Guardia di Finanza che ha scovato sei finti poveri ogni dieci controlli?

Quanto allo scontro sui numeri scoppiato ieri, nel giorno in cui è stato presentato il portale dedicato e la Card “numero uno” dal premier Guseppe Conte e dal vicepremier Luigi Di Maio che ha fatto riferimento a 1,7 milioni di nuclei coinvolti dal Rdc con 5 milioni di persone. Nell’audizione al Senato sul “decretone” l’Istat, nell’ipotesi di un tasso di utilizzo all’85% ha stimato 1,308 milioni di famiglie beneficiarie (752mila nel Mezzogiorno, 333mila al Nord e 222mila al centro) e 2,706 milioni di individui. Per l’Inps, la platea di beneficiari sarà di 1,2 milioni di nuclei familiari con 2,4 milioni di persone. Cifre contestate dal consigliere economico di Di Maio, Pasquale Tridico, che citando «la relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria» ha confermato con una stima di adesioni all’85% la platea di beneficiari di circa 1,3 milioni di famiglie e di circa 4 milioni di persone interessate, insieme alla stima dei nuclei potenziali di circa 1,7 milioni per 4,9 milioni di cittadini. Per Tridico il data base dell’Inps «è meno affidabile» di quello del ministero del Lavoro.

Ieri si è anche fatto il punto sulla tempistica. La domanda potrà essere presentata dal 6 al 31 marzo alle Poste, ai Caf o sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it; da subito si può consultare il portale per le informazioni o presentare la rischiesta per ottenere l’Isee aggiornato (ai Caf o sul sito dell’Inps) necessario per verificare se il nucleo familiare è in possesso dei requisiti richiesti. Chi vorrà fare tutto il percorso online, dovrà prima ottenere le credenziali Spid (sistema di identità digitale). Di Maio ha annunciato che sono state realizzate 3 milioni di carte Rdc, simili alla Card Poste Pay, sulle quali a fine aprile sarà caricato l’importo spettante (per un single con Isee pari a zero un’integrazione al reddito di 500 euro mensili, più 280 euro di sostegno all’affitto). I beni acquistabili sono gli stessi previsti dalla convenzione con Poste italiane per la carta Rei (alimentari, farmacie, parafarmacie e grande distribuzione); la Card non potrà essere utilizzata per giochi che prevedano vincite in denaro. Per i prelievi in contanti c’è il tetto di 100 euro al mese per un single , si potrà effettuare un bonifico mensile per pagare l’affitto o la rata del mutuo. Chi non spende tutto avrà decurtato del 20% l’importo il mese successivo.

Tornando all’audizione al Senato, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha fatto riferimento al 50% dell’1,2 milioni di nuclei che sarebbe senza reddito e comunque senza reddito da lavoro «tra i quali si celano anche gli evasori e i sommersi totali». Inoltre per Boeri il «livello di prestazione è molto elevato per un singolo», considerando che «quasi il 45% dei dipendenti privati del Sud ha redditi da lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal Rdc a un individuo con reddito uguale a zero», ovvero a 780 euro.

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