Previdenza

Cresce lo spazio dei fondi bilaterali per accompagnare i lavoratori all’uscita

di Aldo Bottini e Matteo Prioschi

nel corso degli ultimi anni sono aumentati gli spazi di intervento dei fondi bilaterali di settore per quanto riguarda l’accompagnamento dei lavoratori alla pensione. Un percorso avviato dalla riforma Fornero del mercato del lavoro (la legge 92 del 2012) ma che non si è ancora concluso, tant’è che il decreto legge 4/2019, ora all’esame del Parlamento, è intervenuto ulteriormente in questo ambito.

I fondi bilaterali possono infatti erogare un assegno straordinario di sostegno al reddito per accompagnare verso la pensione in quota 100 i dipendenti che maturano i requisiti entro il 2021. Si tratta di un aiuto, con durata massima triennale, da attivare previo accordo sindacale che individui il numero di lavoratori da assumere in sostituzione di quelli in uscita.

Altra novità del decreto è la facoltà del datore di lavoro di finanziare (con deduzione dell'importo pagato dal reddito di impresa) il versamento della contribuzione correlata a periodi riscattabili o ricongiungibili, utili al conseguimento di qualunque diritto alla pensione anticipata o di vecchiaia. Analoga previsione era già contenuta nella legge di bilancio per il 2017, ma solo in via sperimentale per il triennio 2017-2019 e relativamente al settore del credito e credito cooperativo.

A ciò si aggiunge la possibilità di erogare un assegno straordinario (con costi sempre a carico del datore di lavoro) per il sostegno del reddito nell’ambito di processi di agevolazione all’esodo ai lavoratori che raggiungano i requisiti pensionistici nell’ambito dei successivi 5 anni (7 per il settore credito). Proprio quest’ultimo comparto è quello che ha precorso i tempi e ha sfruttato al massimo le opportunità normative ed economiche per agevolare i processi di esodo. Tanto per avere un’idea, si consideri che tra il 2001 e il 2018 hanno utilizzato lo scivolo verso la pensione circa 70mila addetti.

Altro fondo con una tradizione consolidata è quello del settore assicurativo, ma anche nel trasporto aereo si è fatto ampio ricorso allo scivolo verso il pensionamento (anche se spesso finanziato dalla collettività con sovrattassa sui biglietti invece che dalle aziende).

Che le opportunità di intervento siano sempre più ampie e al tempo stesso opportune per far fronte all’evoluzione del mondo del lavoro e alla necessità di gestire il ricambio generazionale è testimoniato dalla nascita, per esempio, del fondo Tris (in fase di autorizzazione) in un settore, quello chimico-farmaceutico, già coperto dagli ammortizzatori sociali “classici”. Il fondo prevede di erogare un assegno straordinario di esodo con durata fino a 5 anni, garantire prestazioni aggiuntive in caso di cessazione volontaria del rapporto di lavoro, contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale.

Senza dimenticare la partita della previdenza integrativa, dove la contrattazione collettiva e i fondi settoriali possono fare molto aumentando la quota contributiva a carico delle aziende e incentivando l’adesione dei lavoratori. In modo che con l’avanzare dell’età possano contare su un capitale aggiuntivo da utilizzare come ponte verso la pensione o a integrazione della stessa.

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