Previdenza

Per Quota 100 il 30% di beneficiari in meno Spesa di 3,6 miliardi

di Davide Colombo

Con 205mila nuove pensioni in pagamento entro dicembre grazie a “quota 100” il debutto del nuovo canale sperimentale di uscita anticipata avrà il 29% di beneficiari in meno del previsto quest’anno, per una spesa di 3,6 miliardi. Mentre per il Reddito di cittadinanza la prospettiva è di passare dagli 840mila nuclei raggiunti a fine giugno (di cui 102.833 destinatari di pensioni di cittadinanza) a circa un milione, contro il milione e 248mila stimati in legge di Bilancio, dov’era stata prevista una spesa di 5,6 miliardi nel 2019 e 7,2 nel 2020. Sono questi i numeri offerti ieri dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, sulle due misure sociali più importanti avviate dal governo e sulle quali l’Istituto deve garantire un monitoraggio mensile sulla spesa. In chiave prospettica viene dunque confermato il minore impegno finanziario che ha in parte contribuito a scongiurare la procedura di infrazione Ue.

Nella sua prima Relazione annuale Tridico ha dedicato poco spazio alla previdenza, riservando la parte più rilevante a un’analisi sulla distribuzione del reddito e le diseguaglianze che ha preso le mosse dalle dinamiche delle quote salariali a partire dagli anni Settanta per arrivare alle eredità della Grande recessione. Dalla lettura del mercato del lavoro degli ultimi mesi, invece, sono state proposte indicazioni sui primi effetti del decreto Dignità, che avrebbe più che raddoppiato le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, nel raffronto tra le coorti del 2017 e del 2018. Mentre sulle nuove ipotesi di regolazione del mercato del lavoro, l’economista dell’Università di Roma Tre che ha preso il posto di Tito Boeri alla guida dell’Inps ha sostenuto con favore e con un’ampia argomentazione analitica l’ipotesi di introdurre un salario minimo (quasi il 29% dei rapporti di lavoro si trova ora sotto la soglia dei 9 euro lordi, ha sottolineato). E ha anche detto che sarebbe necessaria una riflessione su una riduzione degli orari di lavoro in Italia, visto che, secondo le cifre proposte, sarebbe uno dei paesi con il più alto numero di ore lavorate pro capite (1.700 contro una media di 1.500 nell’Ue a 15). Sulle nuove pensioni anticipate 2019 il Rapporto Inps offre qualche cifra in più: a fine maggio erano 14.879 le domande presentate per “Opzione Donna” e 72.893 quelle per il pensionamento anticipato con il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita.

Il sistema pensionistico è solido - ha sottolineato in apertura della Relazione Tridico - tuttavia una riflessione di trasparenza contabile sarebbe necessaria, ha aggiunto, sulla divisione reale tra spesa pensionistica e spesa assistenziale, essendo quest’ultima finanziata solo con la fiscalità generale. L’allusione è stata a una «contabilità rinnovata» e non a interventi normativi, per rendere «maggiormente comprensibili i confronti internazionali in tema di spesa pensionistica». Nel triennio 2016-2018 la spesa pensionistica complessiva è rimasta stabile, attorno al 15% del Pil, mentre la spesa di sola competenza previdenziale è stata del 12% «è su questa spesa – ha sottolineato Tridico - che andrebbero fatti i confronti internazionali». L’anno scorso la spesa per pensioni è arrivata a 265,5 miliardi (+1,9% sul 2017): 211 miliardi per pensioni a carico delle gestioni previdenziali con esclusione della gestione degli interventi assistenziali; 54,5 miliardi per trattamenti pensionistici a carico dello Stato. I trasferimenti a carico dello Stato sono stati pari a 110 miliardi.

Presenti i ministri Cinquestelle e il premier, Giuseppe Conte, la lettura della Relazione è stata preceduta da un intervento del presidente della Camera, Roberto Fico, il quale ha tra l’altro auspicato «che la legislatura europea che si è appena aperta consideri prioritari» temi come la tutela dei diritti «con l’obiettivo di attribuire all’Europa una tripla A sociale e non solo finanziaria». In chiusura l’intervento di Luigi Di Maio (si veda altro articolo) che ha annunciato l’intesa di maggioranza sul salario minimo.

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