Previdenza

Inps, su quota 100 i risparmi 2019 salgono a 1,7 miliardi

di Davide Colombo e Marco Rogari

La spesa per “Quota 100” e i pensionamenti anticipati senza adeguamento dei requisiti alla speranza di vita si è fermata a 2 miliardi e 14 milioni a metà settembre. Con un risparmio di 1,767 miliardi rispetto a quanto previsto dal governo Conte-1 a gennaio. Il dato arriva dal monitoraggio Inps inviato a metà settembre ai ministeri del Lavoro e dell’Economia ed è riferito a un numero di pensioni accolte con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi pari a circa 114mila, circa il 63% di quelle presentate. Le domande accolte per le uscite anticipate a 42 anni e 10 mesi (41 e 10 se donne) sono oltre 59mila, il 46% di quelle presentate.

Il risultato, che il Sole24Ore ha potuto visionare, equivale a un risparmio di circa il 45% rispetto alla dotazione stanziata per il primo anno di sperimentazione (3,781 miliardi esclusi gli altri canali di anticipo agevolato). È anche sulla base di questo andamento di spesa che i tecnici del ministero stanno completando la stesura della Nota di aggiornamento al Def, pur sapendo che si tratta di un dato puntuale ma provvisorio: le domande giacenti sono quasi 96mila, considerando entrambe le misure. E da qui a fine anno è atteso un nuovo flusso di richiesta di pensionamento, sia pure modesto, dal settore privato.

Anche tenendo conto di queste variabili di flusso, verificabili solo a fine anno, il risparmio è significativo perché sensibilmente superiore alla minore spesa per 1,5 miliardi indicata dal governo in occasione dell’aggiustamento di luglio con il decreto salva-conti facendo leva sia su “Quota 100” sia sul reddito di cittadinanza. Una stima considerata realistica anche dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. In particolare, per quanto riguarda “Quota 100” i risparmi per l’UpB, sulla base dei dati di tre mesi fa, si sarebbero attestati intorno al miliardo, mentre le minori spese per il Reddito di cittadinanza sarebbero ammontate a circa 1,2 miliardi. Un valore, quest’ultimo, parzialmente compensato (per circa 0,4 miliardi) da maggiori erogazioni effettuate per il reddito di inclusione rispetto a quanto stimato nella Relazione tecnica del decreto di gennaio.

Ora il nuovo governo Conte-2 dovrà decidere se lasciare i risparmi aggiuntivi nel fondo oppure, come è probabile, utilizzarli per ridurre ulteriormente il disavanzo 2019 che, a questo punto, potrebbe anche scendere al di sotto del 2% indicato martedì dal viceministro all’Economia, Antonio Misiani. Per l’anno prossimo una parte della minore spesa prospettica potrebbe tornare invece utile per finanziare il passaggio dell’Ape sociale a misura strutturale (scade a fine anno) e una nuova proroga di Opzione donna, già annunciata dal governo.

Le richieste di pensionamento attese per il 2019 via “Quota 100” e anticipo agevolato erano 290mila, ipotizzando un tasso di adesione da parte degli aventi diritto dell’85% per il settore privato e dell’80% per il pubblico. Nel 2020 i tassi previsti dal governo scendono al 40% e 45%, mentre il primo effetto trascinamento della spesa 2019, è di 2,1 miliardi. Nel 2020 il governo stimava una maggiore spesa, sempre per questi due canali di uscita, di 7,8 miliardi, una cifra che sale a 8,3 miliardi nel 2021, ultimo anno di sperimentazione di “Quota 100”, mentre l’anticipo senza aspettativa di vita prosegue fino al 2026. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nei giorni scorsi aveva parlato di risparmi alla fine del prossimo anno attorno ai 4 miliardi. Una stima che i primi dati di cassa monitorati dall’Istituto sembrano avvalorare. Anche le domande accolte a metà settembre, ferme a circa 173mila nel complesso, sono piuttosto distanti, al netto delle giacenze, dal target atteso a inizio anno.

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Come cambia la curva con quota 100

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