Previdenza

Nelle professioni crisi alle spalle. I redditi hanno ripreso a crescere

di Federica Micardi

I redditi dei professionisti stanno crescendo. Dopo sette anni di fase negativa, iniziata nel 2010, si conferma una ripresa del 3% sia nel 2017 sia nel 2018. Va però aggiunto che i professionisti negli ultimi 15 anni hanno perso mediamente il 14,5% del reddito reale. Il Sud guadagna la metà del Nord; gli uomini - e su questo fronte non ci sono differenze geografiche - guadagnano mediamente il doppio delle donne e gli under 30 un quarto rispetto ai colleghitra i 50 e i 60 anni. È quanto emerge dal IX Report annuale sulla previdenza privata dell’Adepp, l’associazione che rappresenta le Casse di previdenza dei professionisti, presentato oggi a Roma.

Parlare di reddito medio però non è molto significativo, perché se si guarda ai valori distinti per categorie professionali i redditi medi di chi ha tra i 50 e i 60 anni vanno dai 12mila ai 180mila euro. Più vicino alla realtà l’andamento regionale: il Trentino Alto Adige ha il reddito medio più alto, intorno ai 52mila euro, segue a stretto giro la Lombardia con 51mila euro. Terza l'Emilia Romagna con una media di quasi 42mila euro. In tutte le altre regioni la media è al di sotto dei 40 mila euro. Cinque le regioni meridionali dove i professionisti guadagnano meno di 25mila euro: Campania, Puglia, Molise, Sicilia e Calabria.

La differenza di reddito tra uomini e donne è di circa il 45 per cento. Un gap che tende ad aumentare con l’età. Entro i 30 anni questa differenza infatti è del 3%: per gli uomini la media reddituale è pari 13.941 euro e per le donne è di 12.080. La forbice si allarga con l ’età: nella fascia di 30-40 anni, la media è per gli uomini 26.184 euro e per le donne 16.928 euro; tra i 50 e i 60 anni il reddito maschile medio è di 56.718 euro e quello femminile è di 34.069 euro.

Il Report sottolinea che tra il 2006 e il 2016 gli interventi normativi - dall’eliminazione delle tariffe alle liberalizzazioni di Monti - hanno contribuito ad abbassare i redditi dei professionisti giovani e delle donne. Un fenomeno che ha spinto il legislatore a tornare sui propri passi; è recente l’impegno del Governo, per bocca sottosegretario di Stato per la Giustizia Vittorio Ferraresi, ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche per elaborare una proposta normativa sull’equo compenso. In 14 anni (dal 2005 al 2018) i professionisti sono aumentati del 34,7% passando da 1.224.611 a 1.649.263. Nello stesso arco cresce anche il numero di prestazioni Ivs (invalidità, vecchiaia, superstiti) passate da 284.049 a 418.882 (più 47,47% ).

Il rapporto tra iscritti e prestazioni erogate, che nel 2005 era di 4,31 è oggi pari a 3,94. Nel 2018 gli enti previdenziali hanno raccolto più di 10,3 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto al 2005 (5,4 miliardi di euro). Le entrate contributive tra il 2017 e il 2018 crescono per tutti (enti previdenza, complementari e assistenziali) con l’unica eccezione delle Casse di previdenza istituite con il Dlgs 103/96 che registrano nell’ultimo anno una contrazione: dai 420 milioni raccolti nel 2017 si è scesi a 416 nel 2018. Gli enti di previdenza privatizzati con il Dlgs 509/94 da soli raccolgono 8,8 miliardi. Il valore delle prestazioni erogate ammonta nel 2018 a 6,62 miliardi, era di 3,6 miliardi nel 2005.

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