Previdenza

Contributivo, tre vie per assegni più alti

Assegni mensili ancora decisamente insufficienti anche a garantire solo una ruota di scorta per psicologi, infermieri, geologi, agronomi, attuari, chimici , periti industriali e biologi. Categorie che hanno in comune lo stesso sistema previdenziale, quello delle Casse istituite nel 1996 dal Dlgs 103, nate interamente sotto il regime contributivo.

Gli importi sono ancora praticamente inesistenti: si va dai 129 euro degli infermieri ai circa 300 dell’ente pluricategoriale Epap (chimici, attuari, agronomi, geologi) passando per i circa 170 degli psicologi. Ma i dati sono fuorvianti proprio per la giovane età delle Casse: troppo pochi i versamenti; per tutti ci sono poi spezzoni in altre gestioni. In futuro le cose miglioreranno in ogni caso, se non altro per la presenza di pensionati con una carriera contributiva più lunga.

Eppure il problema di garantire a questi professionisti una pensione migliore resta. E ognuna di queste Casse lo ha affrontato con varie strategie. Quasi tutte di fatto sono riuscite a realizzare rendimenti extra dai propri investimenti (con percentuali molto variabili)  e li hanno riversati sui montanti contributivi (in pratica il conto corrente previdenziale) degli iscritti. Così, ad esempio, gli oltre 13mila periti industriali di Eppi hanno beneficiato di 159 milioni complessivi (di cui 25,4 da approvare ancora) dal 2014 al 2019.

«Dal 2013 al 2017 l’Epap ha riversato un totale di 27 milioni di euro», precisa il presidente Stefano Poeta. Una strada analoga l’ha percorsa l’Enpapi (infermieri) con una rivalutazione complessiva dell’1,50% nel 2016 (un punto in più di quella di legge) e dello 0,79% (0,20% in più di quella legale) nel 2017. Ma sugli investimenti dell’ente (ora commissariato) si è abbattuta una tempesta giudiziaria che ha visto l’ex presidente, Mario Schiavon, patteggiare una pena di quasi tre anni di carcere. Anche i biologi di Enpab attendono l’ok a una modifica regolamentare che permetterà di riversare aliquote maggiori rispetto a quella a della media quinquennale del Pil nominale prescritta dalla legge. «In questo modo prevediamo di arrivare tra 20 anni a un tasso di sostituzione tra reddito e pensione del 50%», precisa la presidente Tiziana Stallone.

In molti, poi, hanno ritoccato le aliquote contributive. I  periti industriali dal 2019 sono a regime con il 18 per cento. «Per fortuna la categoria è legata a impiantistica ed efficienza energetica e non conosce crisi - commenta il presidente Valerio Bignami - ma temiamo un calo di iscritti quando nel 2021 sarà obbligatoria la laurea per iscriversi all’Albo». Anche gli infermieri sono passati dal 10 al 16% in cinque anni; al 15% i biologi. L’Enpab riversa sul cassetto previdenziale dei biologi anche il 50% del contributo integrativo (che peraltro da luglio viene richiesto anche alla pubblica amministrazione).

C’è chi poi può contare su una costante crescita esponenziale degli iscritti ma anche del loro volume d’affari: l’ Enpap cresce a un ritmo di 3-4mila nuovi psicologi l’anno e oggi conta oltre 55mila iscritti. In parallelo aumenta anche il volume d’affari della psicologia libero-professionale oggi a quota 1,1 miliardi di euro.

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