Previdenza

Pensioni, quota 100 alimenta la fuga dalla Pa

di Davide Colombo

Nel primo anno di sperimentazione quota 100 ha consentito il pensionamento anticipato a 150mila lavoratori (sono gli assegni liquidati su 380mila domande presentate all’Inps), un dato «molto inferiore al previsto» ha affermato ieri il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, nel corso di un’audizione parlamentare. Le uscite agevolate con 62 anni e 38 di contributi minimi ha fatto aumentare del 33% gli anticipi nel settore privato e del 307% quelli nel pubblico impiego, passati da circa 100mila del 2018 a 190mila dell’anno scorso (-35% i pensionamenti di vecchiaia e, appunto, +307% gli anticipi). Un risultato, quest’ultimo, da attribuire probabilmente anche all’effetto della finestra semestrale che ha indotto i pubblici con i requisiti a concentrare le domande di pensionamento.

Complessivamente l’anno scorso sono state accolte 586mila domande di pensionamento, contro le 554mila del 2018 (+5,7%) e l’Istituto ha liquidato le nuove pensioni nel 79% dei casi in 30 giorni (76,4% nel 2018), mentre per i dipendenti pubblici il tempo medio di pagamento è stato di 52 giorni (57 nel 2018). Il che significa - secondo Tridico - che quota 100 non ha compresso i tempi medi di erogazione delle altre pensioni, come durante l’anno era stato contestato: «Abbiamo costituito un polo virtuale con 150 nuovi assunti solo per velocizzare la liquidazione delle pensioni pubbliche» ha affermato. L’importo medio delle pensioni quota 100 è attorno ai 1.983 euro lordi mensili e per il 70% dei casi i beneficiari sono uomini.

Tridico ha dato anche qualche numero di consuntivo 2019 per il reddito di cittadinanza, prestazione erogata a 1,1 milioni di nuclei familiari (2,5 milioni di individui di cui circa 200mila disabili e oltre 400mila bambini). Di questi beneficiari - ha spiegato - 739mila sono persone occupabili: «L’importo medio del reddito è pari a 520 euro mentre quello della pensione di cittadinanza è di 219 euro». Sull’effetto che il RdC avrebbe sul tasso di povertà assoluto, Tridico s’è limitato a ricordare che l’assegno massimo è di 1.380 euro per un nucleo con quattro figli, una famiglia che secondo le soglie Istat uscirebbe dallo stato di povertà solo con più di 2.129 euro se residente in una grande città settentrionale.

«Il reddito di cittadinanza, e così il decreto dignità, non creano lavoro in senso letterale, aiutano ad ad allocare il lavoro sul mercato attraverso l'incrocio tra domanda e offerta, come qualsiasi altra politica attiva. Per creare lavoro servono investimenti» ha detto Tridico sottolineando che anche quota 100 ha avuto un effetto positivo sul mercato del lavoro anche se il «tasso di sostituzione al momento è indeterminato». Tra gli altri temi toccati la proposta del fondo integrativo pubblico gestito da Inps: «È qualcosa di cui si sta parlando e sono contento: oggi la previdenza completare raccoglie 167 miliardi e il 75% viene investito all'estero. Io penso a un fondo integrativo pensionistico pubblico e volontario gestito dall’Inps che possa investire risorse nel Paese».

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