Previdenza

Pensione con requisiti invariati nel 2021-22

di Matteo Prioschi

Con la circolare 19/2020 pubblicata ieri, Inps ha indicato i requisiti di pensionamento per il biennio 2021-2022, che restano invariati rispetto a quelli attualmente in vigore.

Che i valori non sarebbero cambiati era già divenuto noto a seguito della pubblicazione del decreto direttoriale (Economia-Lavoro) del 5 novembre 2019. Infatti quest’ultimo provvedimento, sulla base della variazione della speranza di vita comunicata dall’Istat, ha stabilito che per il prossimo biennio i requisiti «non sono ulteriormente incrementati».

Dunque anche nel 2021-2022 la pensione di vecchiaia si raggiungerà a 67 anni di età ( e 20 di contributi). Sempre per la vecchiaia resta in vigore il requisito di 66 anni e 7 mesi di età (ma con 30 anni di contributi) per chi ha svolto attività gravose o usuranti. Gli iscritti al sistema previdenziale dal 1996 in poi raggiungeranno la pensione di vecchiaia, indipendentemente dall’importo della stessa e con soli 5 anni di contribuzione, a 71 anni di età, come già avviene ora.

Per questi ultimi lavoratori, la pensione anticipata contributiva rimane fissata a 64 anni, mentre l’anticipata per chi è soggetto al sistema di calcolo misto si raggiungerà a 42 anni e 10 mesi di contributi, un anno in meno le donne.

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