Previdenza

Boom Cig, aprile come il 2009. Disoccupazione, richieste +37%

di Claudio Tucci

Arriva dall’Inps la fotografia del primo vero impatto dell’emergenza sanitaria sul mercato del lavoro. E sono numeri “pesanti”. A marzo, rispetto al mese precedente, febbraio, ci sono state circa 34mila domande di disoccupazione in più (considerando che dal 17 marzo è in vigore il blocco dei licenziamenti si è trattato, con tutta probabilità, di una quota di lavoratori a termine scaduti e non confermati anche per effetto delle causali del decreto dignità, oggi “congelate”, su proroghe e rinnovi, fino al 30 agosto). Sull’anno (marzo 2020 su marzo 2019) le domande di disoccupazione sono cresciute del 37,2%.

Ad aprile, poi, è scattata la corsa ai nuovi ammortizzatori d’emergenza previsti dal decreto Cura Italia: tra cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cig in deroga (quest’ultimo sussidio è stato reintrodotto proprio dal dl 18 del 2020 per coprire anche le aziende più piccole), sono state autorizzate qualcosa come 835,2 milioni di ore di ammortizzatore; un numero elevatissimo, se si pensa che per tutto il 2009, primo anno della grande crisi economico-finanziaria, furono autorizzate 916,1 milioni di ore (praticamente, per il Covid-19, in un solo mese, sono state richieste all’incirca le stesse ore di cassa integrazione domandate in un anno). Se si guarda alla sola cig (senza assegno ordinario ma con la cigs) le ore autorizzate ad aprile sono state 772 milioni con un aumento del 2.953% su aprile 2019 e del 3.761% su marzo 2020. Peraltro, a inizio aprile, il dl 23 del 2020 ha allargato ancor di più le maglie dei “tutelati”, estendendo gli ammortizzatori emergenziali anche ai lavoratori assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020.

La stragrande maggioranza delle richieste di Cig si riferisce alla durata massima di sussidio, 9 settimane, stabilita dal Cura Italia: si tratta di circa l’85% delle ore autorizzate; anche qui siamo di fronte a un dato significativo che, molto probabilmente, spiega le frizioni all’interno del governo sul rifinanziamento di questi ammortizzatori, visto che i poco più di 5 miliardi di euro stanziati con il dl 18 sono praticamente già stati tutti “prenotati” (e quindi, almeno tre dei circa 16 nuovi miliardi messi sul piatto dal decreto Rilancio per dare altre 9 settimane di Cig dovrebbero servire a coprire il “buco”).

A preoccupare è stata anche l’impennata di domande di disoccupazione: «Guardando ai flussi abbiamo notato un sostanziale raddoppio dei transiti da contratto a termine a Naspi - ha sottolineato Marco Leonardi, consigliere economico del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri -. Si stanno invece riducendo i passaggi da tempo indeterminato a disoccupazione, anche per effetto del blocco dei licenziamenti, che ora è prorogato di altri tre mesi. Per evitare una valanga di mancati rinnovi e proroghe dei contratti a termine, nel dl Rilancio, abbiamo congelato le causali fino al 30 agosto».

Tornando alla cassa integrazione d’emergenza, per quanto riguarda la Cig ordinaria sono stati tre i settori per i quali l’Inps ha registrato un numero di ore richieste superiore alla soglia dei 100 milioni, vale a dire costruzioni, fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici ed elettrici, metallurgico. A seguire: tessile e abbigliamento e legno. In pratica, questi cinque settori “core” hanno assorbito il 68% delle autorizzazioni di aprile.

Sul fronte cig in deroga (e assegno ordinario) i settori con più ore autorizzate sono stati: commercio, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese. Sul territorio, la cig ordinaria è stata richiesta di più in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. La cig in deroga, in Veneto, Lazio, Campania. Per i fondi di solidarietà (assegno ordinario), domande al top in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna.

Dall’Inps, sempre ieri, è arrivata anche una notizia per i lavoratori autonomi: stanno arrivando i 600 euro di aprile. L’istituto, guidato dall’economista, Pasquale Tridico, ha messo in pagamento i 600 euro per 1,4 milioni di autonomi mentre per gli altri i pagamenti dovrebbero arrivare tra venerdì 22 (altri 400mila) e lunedì 25 (altri due milioni). Per altri 190mila, che non hanno dato l’Iban e hanno chiesto il pagamento in contanti, i soldi arriveranno la prossima settimana e potranno essere ritirati alle poste.

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