Previdenza

Emergenza Cig, il governo apre: meno vincoli, durata più lunga

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Il Governo apre il cantiere ammortizzatori sociali per la Fase 2 e mette in campo uno strumento in grado di gestire la ripresa per l’autuno 2020 e per tutto il 2021. Dopo il pressing delle parti sociali per estendere la durata della copertura della cassa integrazione per l’emergenza Covid 19 oltre il termine del 31 ottobre contenuto nel Dl Rilancio, il tema è all’ordine del giorno dell’Esecutivo.

È allo studio una strategia in due fasi: il primo step arriverà con ogni probabilità con un emendamento al Dl 34 dello scorso 19 maggio, con la soppressione del termine del 1 settembre per poter utilizzare le ulteriori 4 settimane di proroga della Cig, venendo così incontro a tutte quelle aziende prossime all’esaurimento delle prime 14 settimane di ammortizzatore. Se nell’iter di conversione del Dl ci saranno proposte di modifica per allargare la platea di imprese che possono ricorrere alla Cig in continuità, come quelle della ristorazione che sono tra le più colpite, saranno valutate positivamente dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.

Il secondo passaggio consiste nella rivisitazione degli ammortizzatori sociali, attraverso un provvedimento ad hoc o una norma della legge di Bilancio: l’idea caldeggiata dalla sottosegretaria al Lavoro, Francesca Puglisi, è quella di distinguere tra le crisi aziendali reversibili o di settori stragetegici per lo sviluppo del Paese e quelle irreversibili; le prime dovrebbero essere accompagnate da una nuova Cig, le seconde da più robuste politiche attive del lavoro. L’utilizzo della Cig dovrebbe consentire sostanzialmente la riconversione produttiva, la riorganizzazione del lavoro e la ristrutturazione degli impianti, mentre con le nuove politiche attive del lavoro, finora mai decollate, andrà gestita la fase di ricollocazione del personale e la riqualificazione delle competenze per un successivo sbocco occupazionale.

La necessità di rivedere il sistema di ammortizzatori sociali è anche legato alla scadenza quest’anno del quinquennio mobile previsto dalla riforma del 2015, quindi molte aziende potrebbero trovarsi senza sussidi ordinari, conclusa la Cig d’emergenza Covid - 19 a carico dello Stato.

È stato il vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe, a chiedere uno strumento specifico per affrontare l’emergenza legata al Covid, una Cig per due anni, il tempo per consentire alle imprese di uscire dalla crisi (si veda «Il Sole-24 ore» del 31 maggio). I sindacati chiedono di estendere a fine anno il blocco dei licenziamenti e la proroga della Cig. «Sono d’accordo con la proposta di Stirpe - spiega la sottosegretaria Puglisi - stiamo studiando un meccanismo che consenta l’utilizzo della Cig con meno paletti rispetto all’attuale normativa per quelle imprese che hanno una prospettiva di ripresa o di riconversione o che rappresentino settori strategici per lo sviluppo. Mentre per le aziende senza possibilità di ripartenza occorre da subito investire sul reskilling e la ricollocazione. Per finanziare questa operazione si potranno utilizzare le risorse europee del Sure. È fondamentale il coordinamento tra ministeri, una cabina di regia che coinvolga anche il Mef e non una cesura degli strumenti tra Mise e ministero del Lavoro».

Quanto alle modifiche al Dl Rilancio, il Governo sta valutando se cancellare completamente il riferimento al termine del 1 settembre per tutti, o anticiparlo al 1 agosto: «È in corso una riflessione - sottolinea Marco Leonardi, consigliere del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri - sul tiraggio effettivo della cassa integrazione erogata a marzo e aprile e, in base al consumo effettivo e alle risorse disponibili, come superare lo scalino del 1 settembre. L’utilizzo dei fondi europei, sarà decisivo per assicurare una copertura più lunga degli ammortizzatori». Dallo Sure infatti potrebbero arrivare all’Italia 20 miliardi di euro, pronti a garantire nuovi margini di manovra.

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