Previdenza

A maggio positiva la raccolta dei gestori

di Isabella Della Valle

Il vento è cambiato sull’industria del risparmio gestito. Nonostante rispetto a inizio anno le masse gestite siano ancora in calo del 4,7%, i flussi hanno ricominciato progressivamente a rimpinguare le casse dei gestori.

Le minori tensioni legate all’emergenza sanitaria insieme a un ritrovato clima di fiducia sui mercati finanziari in seguito alla fase 2 hanno accantonato per il momento le incognite legate alle ripercussioni da un punto di vista economico. Intanto si ricomincia investire in maniera più dinamica, tralasciando per ora l’ottica di breve o brevissimo termine che per tanti mesi ha accompagnato le scelte dei sottoscrittori.

E così per il secondo mese consecutivo la raccolta dell’industria del risparmio è stata molto positiva (5,5 miliardi, più del doppio rispetto ai 2 registrati ad aprile), spinta dal soprattutto dal buon andamento delle gestioni collettive che, grazie al contributo dei fondi azionari (3,1 miliardi) hanno totalizzato 2,9 miliardi. In crescita anche le gestioni di portafoglio (2,2 miliardi) per le quali è stato determinante il saldo dei mandati istituzionali (1,9 miliardi). L’effetto mercato insieme alle nuove sottoscrizioni hanno riportato il patrimonio complessivo oltre la soglia dei 2.200 miliardi, la maggior parte dei quali (51%) fa capo alle gestioni di portafoglio.

Le statistiche mensili di Assogestioni hanno confermato la crescente incidenza dei prodotti di diritto estero sul patrimonio totale dei fondi (77,1% su 1.008 miliardi di masse) e questa maggior incidenza si vede anche dai flussi di raccolta (oltre 3 miliardi) che si è focalizzata soprattutto sul segmento equity (3 miliardi), mentre per i prodotti di diritto italiano i conti sono stati negativi per 100 milioni. La lettura dei dati di maggio mostra una fuoriuscita dai fondi monetari (-653 milioni), a dimostrazione del fatto che una maggior propensione al rischio in quest’ultimo periodo ha preso il posto del timore che ha spinto risparmiatori (e gestori) a parcheggiare il capitale su strumenti tranquilli nell’attesa di capire quali mosse fare per strutturare i portafogli con una visione di più lungo periodo. Ma a maggio è emersa anche un’altra tendenza, vale a dire una decisa perdita di interesse verso i prodotti obbligazionari che hanno significativamente ridimensionato i flussi in entrata rispetto al mese precedente: da 2,3 miliardi a 340 milioni. Evidentemente le opportunità di rendimento si cercano altrove, come dimostra anche la progressiva limatura del peso di questa categoria sul patrimonio totale del settore(39%).

Tengono la rotta , invece, i bilanciati; nel corso del tempo non hanno mai subìto grandi scossoni nei flussi di raccolta e sono gli unici che, insieme ai monetari, viaggiano dall’inizio dell’anno con i conti in attivo (rispettivamente per 1,5 e per 8,4 miliardi). In calo, invece, l’appeal dei flessibili (-66 milioni) che tornano in territorio negativo e ampliano il rosso da inizio anno a -7,3 miliardi. Tra i gruppi, particolarmente positivi i dati di Generali (2,1 miliardi), Intesa Sanpaolo (709 milioni) e Poste Italiane (621 milioni), mentre non è andata bene a Bnp Paribas (-263 milioni), Kairos Partners (-212 milioni) e M&G investments (-183 milioni).

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