Previdenza

Assegno mensile a 651 euro per gli invalidi civili totali

di Davide Colombo e Fabio Venanzi

Gli invalidi civili di età superiore a 18 anni, con una totale inabilità lavorativa, in assenza di altri redditi hanno diritto a percepire una pensione fino a 651,51 euro mensili, cioè l’incremento all’ex milione di lire da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall’articolo 38 della legge 448/2001. Lo ha stabilito la Corte costituzionale nella camera di consiglio di martedì scorso.

Con una sentenza di tipo additivo e in riferimento alla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’appello di Torino, i giudici hanno ritenuto violato il principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3 della Costituzione. Il termine di paragone utilizzato è l’assegno sociale – pari per quest’anno a 459,83 euro lordi mensili – corrisposto ai cittadini di età superiore ai 67 anni, in possesso di determinati requisiti reddituali, mentre gli inabili al lavoro di età compresa tra i 18 anni e i 65 anni percepiscono 286,81 euro lordi mensili. Secondo i giudici remittenti, considerata la sostanziale assimilabilità dei due benefici, sembrerebbe irragionevole riconoscere al soggetto inabile al lavoro, con meno di 65 anni, un trattamento inferiore rispetto all’assegno sociale, considerata la “analoga” situazione di bisogno.

La Corte ha stabilito che la sentenza, non ancora depositata, produrrà effetti dal giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, salva la facoltà del legislatore di disciplinare le misure assistenziali in favore degli invalidi civili totali. L’importo dell’incremento al milione, inizialmente pari a 516,46 euro, per effetto dell’inflazione è giunto a 651,51 euro lordi mensili. Tale importo subisce riduzioni all’aumentare del reddito del percipiente, venendo comunque garantito nella misura di 286,81 euro per redditi compresi tra 8.469,63 e 16.982,49 euro annui.

Nei confronti degli invalidi civili totali, l’aumento dell’assegno fino a 651,51 euro finora scattava al raggiungimento del 60esimo anno di età, in relazione ai redditi del pensionato (e del coniuge, se presente).

A fine 2019 erano 588.534 i percettori di una pensione di inabilità totale, con un assegno riconosciuto per 13 mensilità del valore di 285,66 euro. Una platea cresciuta del 4,8% rispetto al 2018 (26.992 soggetti in più). La spesa per queste prestazione l’anno scorso è stata pari a 2 miliardi e 190 milioni (+6,5% sul 2018). Un immediato adeguamento di quegli assegni a 651,51 euro potrebbe riguardare una parte di questa platea, in funzione del reddito.

Il tema della rivisitazione di queste prestazioni assistenziali si è imposto dopo l’introduzione del Reddito di cittadinanza, un assegno di 780 euro riconosciuto con la prova dei mezzi.

A fine 2019 Inps ha pagato l'indennità di accompagnamento senza vincoli Isee a una platea di 2 milioni e 222.697 beneficiari, per una spesa totale di 12,8 miliardi, in aumento del 2,54% sul 2018. Introdurre un vincolo di reddito per questa prestazione, come è stato da più parti suggerito, libererebbe risorse per rafforzare altre voci come, appunto, le inabilità totali.

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