Previdenza

Bonus nonni, pagato solo un terzo della dote

di D.Col.

Ultime settimane per le domande di bonus baby sitting che, nella versione aggiornata dopo il decreto Rilancio, può essere utilizzato anche pagare i nonni che badano ai nipoti. L’ultima data utile è lunedì 31 agosto e il sussidio, concepito in prima battuta in marzo come estensione ai congedi per i dipendenti nella fase di massima emergenza sanitaria, si avvicina alla scadenza con numeri rilevanti. Gli ultimi dati disponibili parlano di un milione e 170mila domande, per un importo complessivo di 884,9 milioni di euro. Dopo il discusso bonus da 600 euro per undici categorie di lavoratori autonomi, il baby sitting si colloca al secondo posto nella classifica dei trasferimenti monetari targati Covid-19 che ha gestito Inps in questi drammatici mesi di pandemia.

Le domande già accolte sono 742.718, di cui 669.950 con pagamento già disposto mentre gli importi già pagati superano i 476 milioni di euro. Di questi solo 54,7 milioni, corrispondenti a poco meno di 150mila domande con pagamento già effettuato, sono stati utilizzati per le iscrizioni dei minori a un centro estivo. Il bonus, lo ricordiamo, viene bonificato dopo che il genitore ne ha effettuato la cosiddetta “appropriazione” tramite il Libretto famiglia. La dote messa in campo è di 1.569 milioni per i lavoratori del settore privato, iscritti alla Gestione separata e autonomi. Per i lavoratori pubblici dei settori considerati dalla norma, il bonus per servizi di baby-sitting è invece riconosciuto nel limite complessivo di 67,6 milioni di euro ma le domande arrivate hanno già superato i cento milioni. Per la copertura fino al fine agosto è previsto un ulteriore stanziamento.

I dati di monitoraggio Inps sono in aggregato e non consentono di capire la destinazione del bonus, ovvero in che misura sia finora stato utilizzato per pagare i nonni di minori fino a 12 anni con domicilio diverso e quanto per una baby sitter. Fonti Inps hanno però riferito di un basso utilizzo per i nonni. Un dato ancora da verificare e che, se confermato, smentirebbe le attese, visto che secondo Istat, quando entrambi i genitori lavorano, nel 60,4% dei casi i bambini sotto i due anni vengono lasciati ai nonni. Si sale al 61,3% quando il piccolo ha tra i 3 e i 5 anni.

Superata (si spera) l’emergenza coronavirus questo bonus uscirà di scena. Sulle prestazioni universalistiche di sostegno alla genitorialità l’orizzonte dichiarato dal legislatore è quello dell'assegno unico per ogni figlio a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni, senza pause e con la possibilità di arrivare fino ai 21 anni. L’importo (da definire) sarà maggiorato dal terzo figlio e per i figli disabili e sarà modulato in base alla condizione economica della famiglia tramite l’Isee. Il nuovo sussidio è previsto dal disegno di legge delega al vaglio del Senato. Il testo prevede l’abrogazione di otto misure attualmente in vigore: gli assegni per il nucleo familiare, gli assegni familiari, le detrazioni per i figli a carico, le detrazioni per le famiglie numerose, il bonus bebè, il bonus mamma, l'assegno per i terzo figlio e i prestiti agevolati garantiti per le famiglie con figli. Misure che nel loro insieme cumulano trasferimenti annui per 15,5 miliardi che, secondo il nuovo schema, confluiranno nel nuovo strumento unico. Nelle intenzioni dei proponenti questo aiuto monetario dovrebbe però essere ulteriormente rafforzato con una dote aggiuntiva di 6-7 miliardi l’anno per allineare l’Italia ai principali paesi benchmark europei nelle politiche a sostegno della natalità. Risorse che potrebbero essere reperite - secondo la maggioranza - nell'ambito della più ampia riforma fiscale annunciata dall’Esecutivo.

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