Previdenza

Professionista in malattia: avanza la legge salva-scadenze

di Valeria Uva

Uno stop per curarsi o riprendersi da malattie gravi e infortuni. Senza far pagare il conto ai clienti, a loro volta costretti a rifarsi sul professionista.

In tempi di Covid-19 il problema delle malattie dei professionisti è di stretta attualità. E la pandemia potrebbe servire a “spingere” il disegno di legge (A.S. 1474) che consentirebbe, appunto lo stop, ora in commissione Giustizia al Senato. Un progetto trasversale - primo firmatario Andrea De Bertoldi (Forza Italia) insieme a colleghi di Lega, Udc e M5S - che affronta il tema della malattia dei professionisti, ipotizzando una sospensione per 45 giorni di tutti gli adempimenti verso la pubblica amministrazione. Senza sanzioni per lui e per i suoi clienti. La scorsa settimana la proposta è ripartita, con il deposito degli emendamenti, e con tutta probabilità entro il mese si discuterà di un’ eventuale corsia preferenziale (la sede deliberante senza esame in Aula) per il primo sì del Senato.

La situazione attuale

Ora, se uno dei circa due milioni di lavoratori autonomi si ammala, il cronometro non si ferma: i commercialisti sono tenuti a inviare le dichiarazioni dei redditi, gli avvocati a depositare un ricorso e il consulente del lavoro a inviare il modello Uniemens all’Inps. Altrimenti a farne le spese sono i loro clienti, chiamati a rispondere del mancato adempimento - si veda l’articolo a fianco - salvo poi rivalersi con la richiesta di risarcimento sul professionista “ritardatario”.

Il disegno di legge

«Vogliamo dare per la prima volta a tutti i lavoratori autonomi il diritto di ammalarsi» sintetizza il primo firmatario De Bertoldi. L’idea è quella di sospendere i termini «per gli adempimenti in favore della pubblica amministrazione» - si legge nel testo - per 45 giorni dalla fine di una serie di eventi: ricovero in ospedale per grave malattia o infortunio o intervento chirurgico, cure domiciliari, sostitutive del ricovero, che comportano un’inabilità temporanea. Compresi i parti prematuri o gli aborti per le professioniste donne. Eventi da documentare con certificato medico e con l’invio agli Ordini del mandato professionale. In questi casi, sia il professionista che il cliente sarebbero esonerati da ogni responsabilità e per imposte e tasse scatterebbero solo gli interessi legali. Sei mesi in più invece in caso di decesso del professionista. Previste sanzioni fino a 7.750 euro e l’arresto fino a due anni per false dichiarazioni.

Il perimetro

Il Ddl chiarisce che per libero professionista si intende «la persona fisica che esercita come attività principale una delle attività di lavoro autonomo per le quali è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali». Ma la relatrice Grazia D’Angelo (M5S) intende ampliare anche ai “non ordinistici” : «Il mio gruppo ha già depositato un emendamento che estende le tutele a tutti i professionisti indicati dalla legge 4/2013». Coperti anche i professionisti in forma associata (fino a tre soci).

Tutte le professioni sono coinvolte, avvocati compresi. «Ma non per sospendere i termini processuali - chiarisce D’Angelo - perché non possiamo inteferire con l’ordinamento giudiziario». Difficile quindi che sia accolta la richiesta dei giovani avvocati di Aiga di inserire qui la nuova disciplina del legittimo impedimento per le udienze degli avvocati.

Il Covid

«Il mio unico emendamento - annuncia De Bertoldi - è volto a inserire la quarantena e l’isolamento domiciliare da Covid 19 tra i casi in cui scatta la sospensione» precisa. Anche se, secondo la relatrice D’Angelo «si tratta di ipotesi di fatto già ricomprese nei casi citati nel Ddl». Ma oggi una tutela organica manca. E si va avanti solo a colpi di (piccole) proroghe e non per tutti. Tanto che il Consiglio nazionale dei commercialisti ha appena richiesto di far slittare «per lo meno fino alla fine del corrente anno tutti gli adempimenti in scadenza nelle prossime settimane» per venire incontro ai tanti colleghi colpiti dal Covid.

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