Previdenza

Integrata l’indennità Enpam

di Federica Micardi

Buone notizie per i professionisti che hanno ricevuto contributi e le indennità di qualsiasi natura erogati in via eccezionale a seguito dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Questi emolumenti, in base alla legge di conversione del decreto Ristori, non concorrono alla formazione del reddito imponibile e quindi non entrano nel calcolo delle imposte (Irpef, Ires e Irap).

È proprio grazie a questa norma (articolo 10-bis, legge 176/2020, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 319 del 24 dicembre) che l’Enpam, la Cassa di previdenza di medici e odontoiatri si appresta in questi giorni a versare sul conto dei propri iscritti che hanno usufruito del “bonus Covid”. in totale 56.998 tra medici e dentisti, la cifra che inizialmente l’ente aveva trattenuto in quanto sostituto d’imposta, pari a circa 25 milioni di euro. Ogni singolo iscritto beneficiario si troverà sul conto corrente un importo che mediamente sarà di 438 euro.

Enpam nei mesi scorsi ha erogato agli iscritti liberi professionisti che hanno subito un calo di almeno un terzo del fatturato un bonus di mille euro per tre mesi, ma su questa cifra l’ente aveva dovuto trattenere le imposte; ora l’importo trattenuto sarà versato agli iscritti che hanno ricevuto il bonus Enpam.

Il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti in più occasioni parlando ironicamente di una “tassa sulla solidarietà” aveva chiesto la detassazione degli aiuti , un trattamento già previsto per i 600 euro erogati dallo Stato a marzo e aprile e ai mille euro di maggio a oltre mezzo milione di professionisti iscritti alle Casse di previdenza e anticipato dalle Casse stesse.

Un appello che nel decreto Ristori, grazie a un emendamento, ha trovato ascolto. «Su questo aspetto il Parlamento ha fatto giustizia – ha affermato Alberto Oliveti –. Era evidente infatti che i sussidi statali, che abbiamo anticipato per conto dello Stato e che già in partenza erano esentasse, e i bonus che abbiamo finanziato come Fondazione Enpam erano analoghi nella sostanza. Non aveva senso, dunque, che medici e odontoiatri in difficoltà pagassero le tasse sugli aiuti economici finanziati con risorse della Fondazione».

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