Previdenza

Il paracadute dei fondi bilaterali: 1,9 miliardi per pensioni e «Cig»

di Valentina Melis e Serena Uccello

Formazione, sostegno al reddito, accompagnamento alla pensione, in qualche caso outplacement. Sono alcuni dei principali strumenti erogati dai 16 fondi di solidarietà bilaterale costituiti presso l’Inps. Prestazioni che in cifre, nel 2020, si sono tradotte in una spesa di 1,9 miliardi. Quasi un miliardo è servito a finanziare l’assegno straordinario per accompagnare all’uscita i lavoratori distanti fino a cinque anni dai requisiti per la pensione.

La spesa complessiva dei fondi di solidarietà bilaterale è una quota minoritaria rispetto al totale delle risorse usate dall’amministrazione pubblica per finanziare gli ammortizzatori sociali nell’anno della pandemia - 18,7 miliardi in tutto, tra spesa a carico dell’Inps e quella a carico della fiscalità generale - ma non irrilevante, soprattutto alla luce della riforma degli ammortizzatori sociali alla quale sta lavorando il ministro del Lavoro Andrea Orlando.

È rilevante sia per il numero di lavoratori attualmente coinvolti dai fondi, 5,5 milioni, sia perché nel caso del credito ha sostenuto il processo di ristrutturazione del comparto, con la chiusura di molte filiali negli ultimi anni, che in termini occupazionali ha portato all’uscita verso la pensione di diverse migliaia di lavoratori. I lavoratori iscritti al Fondo bilaterale del credito sono 315mila.

Le risorse in campo

Su un totale di 1,94 miliardi, dunque, ammonta a un miliardo la spesa per assegni straordinari di accompagnamento a pensione (925 milioni solo nel credito) e a 856,9 milioni la spesa per gli assegni ordinari (ammortizzatori sociali per le ore non lavorate). In questo secondo caso spicca la spesa del Fondo di integrazione salariale, costituito per i settori non coperti dagli ammortizzatori ordinari, che nel 2020 ha erogato a suo carico assegni per 623,7 milioni. Questa cifra non esaurisce il totale degli assegni «Fis» percepiti dai lavoratori sospesi nell’anno del Covid: a pagarli, versando anche la contribuzione correlata, hanno pure contribuito risorse Inps e della fiscalità generale.

L’origine

Dal 1993 i fondi bilaterali si sono occupati per lo più di formazione continua, fino a quando non sono stati investiti di un ruolo centrale nel welfare pubblico dalla legge «Fornero» (la 92/2012) che puntava ad assicurare anche ai lavoratori non coperti dagli ammortizzatori un adeguato sostegno al reddito nei casi di riduzione o sospensione del lavoro, usando proprio i fondi di solidarietà bilaterale.

Ne veniva così fissata l’istituzione obbligatoria per i comparti scoperti, in modo tale da fornire prestazioni analoghe all’integrazione salariale ordinaria. La stessa impostazione è stata prevista dalla riforma degli ammortizzatori sociali del 2015 (Dlgs 148/2015). A finanziare i fondi sono i contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro.

Le prospettive

La bilateralità sarà un asset fondamentale per la prossima riforma degli ammortizzatori sociali. Tanto che il ministro del Lavoro Andrea Orlando, nell’anticiparne i contenuti, ha ribadito che «tutti i datori di lavoro devono iscriversi e contribuire al fondo bilaterale di riferimento. L’iscrizione e il versamento al fondo - ha aggiunto - può diventare vincolante per il rilascio del Durc». Questo perché ai lavoratori coperti dai fondi bilaterali vanno assicurati gli stessi elementi di tutela e di durata garantiti ai lavoratori coperti da Cigo e Cigs. L’obiettivo è fornire una copertura a tutti i dipendenti delle aziende che occupano meno di 15 dipendenti. In quest’ottica, si tratterebbe di un salto di qualità importante, sottolineato dallo stesso ministro. Si ipotizza anche la creazione di un superfondo intersettoriale in grado di intervenire a sostegno dei singoli fondi, in caso di crisi determinate da emergenze importanti come è stata quella pandemica.

La fotografia

Come quelli delle assicurazioni, del credito cooperativo, delle poste, il fondo del credito è stato costituito nel 2014. È quello che eroga il numero maggiore di prestazioni: assegno ordinario per le ore non lavorate, aiuti alla formazione, assegno emergenziale, contribuzione in caso di solidarietà espansiva, finanziamento di programmi di outplacement, assegno straordinario per l’accompagnamento alla pensione.

L’ultimo nato, in ordine di tempo, è il Fondo dei settori chimico e farmaceutico (Tris), istituito nel 2020.

Settore per settore le prestazioni e la copertura

Credito

Il fondo più articolato

Eroga un assegno ordinario del 60% della retribuzione per i periodi non lavorati, aiuti per la formazione, assegni emergenziali, contribuzione in caso di solidarietà espansiva, finanziamento per programmi di outplacement e assegni straordinari in caso di prepensionamenti. Le prestazioni durano da 12 a 60 mesi. Il contributo ordinario è dello 0,20%, quello addizionale dell’1,50%.

Assicurazioni

Tre prestazioni in campo

Eroga tre prestazioni: un assegno ordinario pari all’80% della retribuzione per le ore di lavoro non prestate (per la durata di Cigo e Cigs, in base alla causale), aiuti per la formazione e assegni straordinari per i prepensionamenti. Il contributo ordinario è dello 0,30%, quello addizionale dell’1,50%. La durata delle prestazioni, così come la modalità di calcolo, sono in linea con il fondo del settore Credito.

Chimica e farmaceutica

Il più giovane: nato nel 2020

Al momento la prestazione prevista, anche se ancora non attiva, è l’assegno straordinario (con durata massima di 60 mesi), per l’accompagnamento alla pensione. Come per gli altri fondi, l’importo dell’assegno è quello del trattamento pensionistico che spetterebbe al beneficiario alla fine del rapporto, con l’aggiunta del periodo per il quale il datore si impegna a versare la contribuzione correlata.

Il fis

Per i “senza” ammortizzatori

Riguarda tutti i datori di lavoro che occupano più di cinque dipendenti, ma che non rientrano nel campo di applicazione di Cigs e Cigo e che appartengono a settori nei quali non sono stati stipulati accordi per l’attivazione di un Fondo di solidarietà bilaterale. Eroga l’assegno ordinario e l’assegno di solidarietà (entrambi ammortizzatori). Il contributo addizionale da versare è del 4%.

Gruppo poste italiane

Formazione incentivata

Il fondo, costituito nel 2014, eroga l’assegno ordinario (80% della retribuzione per le ore non prestate), aiuti per la formazione e l’assegno straordinario per l’accompagnamento a pensione. Non c’è un limite di durata agli aiuti per la formazione (retribuzione oraria lorda per le ore di formazione).

Ferrovie

Contributi anche dallo Stato

Il fondo di solidarietà delle Ferrovie eroga tre prestazioni: l’assegno ordinario, gli aiuti alla formazione e l’assegno straordinario. La durata di Cigo e Cigs dipende dalla causale richiesta, entro il limite di 24 mesi nel quinquennio mobile. Il contributo ordinario è dello 0,20% e quello addizionale dell’1,50%. È previsto anche un contributo emergenziale integrativo a carico dello Stato.

Trasporto Aere0

Contributi anche dallo Stato

Le prestazioni previste sono: integrazione di Aspi/Naspi, indennità di mobilità, Cigs, contratti di solidarietà, Cig in deroga. E poi formazione e assegno straordinario (previsto ma non attivo). Oltre ai “normali” contributi, sono previsti un contributo straordinario a carico delle aziende per i prepensionamenti e un contributo emergenziale a carico dello Stato.

Navi

Due fondi

Per questo settore ci sono due fondi: uno per le aziende del settore ormeggiatori e barcaioli dei porti italiani; e l’altro per aziende del settore dell’industria armatoriale (Solimare). In entrambi i casi la prestazione prevista è l’assegno ordinario. Con una specificità per gli ormeggiatori: può essere erogato (per ciascun gruppo) a non più di 40 unità lavorative all’anno.

Trasporto pubblico

Quattro prestazioni

Assegno ordinario, formazione (solo in convenzione), assegno integrativo della Naspi e assegno straordinario (previsto ma non attivo): sono le 4 prestazioni previste. Il contributo ordinario è dello 0,50% e quello addizionale dell’1,50%. Gli importi dell’assegno ordinario è in linea con quanto previsto dagli altri fondi: 80% della retribuzione per le ore di lavoro non prestate.

Riscossione tributi erario

Ammortizzatore al 60%

Tre prestazioni: assegno ordinario, formazione e assegno straordinario. L’importo del primo è pari al 60% della retribuzione lorda mensile che sarebbe spettata per i periodi non lavorati, mentre l’assegno straordinario è in linea con gli altri fondi (con contribuzione ad hoc a carico delle aziende). Il contributo ordinario è dello 0,30%, quello addizionale dell’1,50%.

Provincia di Bolzano

Solo assegno ordinario

È prevista solo la copertura dell’assegno ordinario per una durata di 13 settimane prorogabili fino a 26 settimane in un biennio mobile. L’ammontare è pari all’80% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, con massimale. Il contributo ordinario è dello 0,45%, il contributo addizionale è del 4 per cento.

Fondo del Trentino

Tre prestazioni

All’assegno ordinario (in linea con gli altri per l’ammontare) si unisce l’assegno integrativo dell’indennità di disoccupazione Naspi. È prevista anche la formazione, anche se non ancora disciplinata. L’assegno straordinario è previsto ma non attivo. I contributi ordinario ed addizionale sono in linea con quelli del Fondo della Provincia di Bolzano.

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