Previdenza

Legge di bilancio, agli ammortizzatori sociali 4-4,5 miliardi. Reddito di cittadinanza, controlli più rigidi

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Cambia, strutturalmente, il reddito di cittadinanza, la misura bandiera del M5S, con l’obiettivo di “risparmiare” tra 700 milioni e 1 miliardo di euro già dal prossimo anno, migliorando la “seconda gamba”, relativa alle politiche attive. Saranno intensificate le attività di controllo, per verificare in modo più tempestivo eventuali abusi. Si pensa poi di introdurre una sorta di “décalage”, che riduce proporzionalmente l’importo del sussidio in caso di (ripetuta) mancata attivazione: resta da capire se la modifica allo studio del governo cambierà anche l’intera “condizionalità”, considerando che il percettore del Rdc deve accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue (una in caso di rinnovo), per non perdere il sussidio. Ipotesi piuttosto remota, quella di arrivare a tre offerte congrue, soprattutto per molte realtà del Mezzogiorno. Si potrebbe, dunque, rivedere il concetto di “congruità” dell’offerta di lavoro in senso restrittivo. Nei primi dodici mesi è congrua un’offerta entro 100 Km dalla residenza del beneficiario (o entro 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici), se è la prima offerta, che diventano 250 km alla seconda offerta, ovunque nel territorio italiano alla terza offerta. Non solo. Deve anche esserci coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate dal percetore del Rdc. Si ragiona poi di rendere il calcolo dell’importo del Rdc più favorevole per i nuclei familiari con figli, oggi svantaggiati dal meccanismo della scala di equivalenza rispetto ai single.

Dall’intervento sul Rdc nella manovra potrebbe beneficiarne la riforma degli ammortizzatori su cui sta lavorando il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Pd), la cui dote a disposizione potrebbe attestarsi intorno ai 4-4,5 miliardi. Una cifra ancora distante dalle stime del complessivo progetto Orlando. La possibile estensione della Cig alle aziende sotto i 5 addetti resta ancora in bilico. C’è un problema di copertura poiché, nei progetti del ministro Orlando, per una prima fase (2022-24) sarebbe coperta dalla fiscalità generale, per poi gradualmente essere sostenuta dalle aziende del settore. Viene confermato il potenziamento della Naspi, ma con l’ipotesi di far partire dal sesto mese il meccanismo di décalage (che taglia mensilmente del 3% l’importo del trattamento, oggi previsto dal quarto mese). Viene data per sicuro anche un’ulteriore estensione del contratto di espansione, per gestire la delicata fase di uscita dal blocco dei licenziamenti dal 31 ottobre: si ragiona di scendere dagli attuali 100 addetti ad almeno 50, la soglia dimensionale per far scattare il prepensionamento entro 5 anni dalla maturazione dei requisiti (e il ricambio con le assunzioni di giovani).

«Togliere con la legge di Bilancio risorse dal reddito cittadinanza rappresenta un primo passo - commenta il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini (Lega) -, bene che questi soldi vengano investiti in politiche attive, servono più politiche attive e meno assistenzialismo. Bene i controlli sugli abusi che vanno rafforzati ante e non post, servono più condizionalità. L’obiettivo deve essere quello di mantenere un sostegno a chi non può lavorare e toglierlo a chi può lavorare ma non ha voglia».

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