Adempimenti

Fondi europei a rischio per i professionisti

di Maria Carla De Cesari

I sindacati dei liberi professionisti fanno appello al Governo perché i fondi europei, tra i 100 e i 130 miliardi nel 2014-2020, non vengano dispersi e i professionisti rientrino nella programmazione. Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, che riunisce le sigle sindacali degli studi, mette in guardia dal rischio che il comparto sia escluso dalle risorse europee. «La Commissione Ue - spiega Stella - ha assimilato i professionisti, in quanto esercitano un'attività economica, alle piccole e medie imprese. Dunque, siamo tra i destinatari dei fondi Ue». Le linee guida di Bruxelles potrebbero però essere disattese. «Il regolamento per i fondi strutturali nel nostro Paese prevede che destinatarie siano le imprese, di cui all'articolo 2082 del Codice civile», afferma Susanna Pisano, responsabile del desk di Confprofessioni a Bruxelles. «Per sbloccare la situazione, il Governo – continua Pisano – dovrebbe allinearsi a Bruxelles nel ritenere i professionisti, dal punto di vista economico, imprese». Questa declaratoria nulla cambierebbe rispetto alla peculiarità giuridica dei professioniti (articolo 2229 del Codice) che può essere sintetizzata nel carattere intellettuale e personale della prestazione.

Una strada percorribile per uscire dall'impasse è quella dell'interrogazione per sondare una soluzione amministrativa. Disponibile a incalzare l'Esecutivo è Giorgio Santini (commissione Bilancio del Senato) intervenuto al convegno promosso da Confprofessioni nell'ambito della settimana europea delle Pmi in corso a Napoli. «Una difficoltà analoga - ricorda Santini - si è verificata nei provvedimenti per il pagamento dei debiti della Pa».

In merito ai fondi europei stanziati per i prossimi sei anni ieri il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alla coesione territoriale, Graziano Delrio nel corso di un'audizione alla commissione politiche dell'Unione europea della Camera ha spiegato che nel nuovo accordo sui fondi Ue 2014 - 2020, che sarà formalizzato tra un paio di settimane, sono state superate una serie di criticità che hanno caratterizzato la gestione dei fondi europei nel nostro Paese.

Il chiarimento della Commissione europea sulla possibilità dei professionisti di attingere ai fondi europei, sia gestiti direttamente che distribuiti dalle Regioni, è solo una tessera delle politiche Ue. La direzione Impresa ha infatti messo a punto, con la collaborazione di un gruppo di professionisti, un piano d'azione in quattro punti per supportare gli studi: formazione all'imprenditorialità, miglioramento dell'accesso al credito, azioni di accompagnamento verso nuovi mercati e semplificazioni delle regole. Il piano – presentato da Marko Curavic, capo dell'unità Imprenditorialità della dg Impresa, sarà approvato formalmente oggi a Napoli. Queste azioni andranno in parallelo alle politiche della direzione Mercato. In questo ambito l'Italia ha avviato le procedure per recepire entro gennaio 2016 la nuova direttiva sulle qualifiche (2013/55) che prevede anche l'esame di proporzionalità, rispetto agli interessi da tutelare, delle norme che disciplinano le professioni. L'obiettivo è rivedere, in collaborazione con gli organismi professionali, le regole e rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione dei professionisti.

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