Adempimenti

Ferme nei cassetti 32mila lettere di ricollocazione

di Giorgio Pogliotti

Doveva essere il fiore all’occhiello della riforma del mercato del lavoro, il Jobs act del governo Renzi. Ma a quasi un anno e mezzo dal decreto 150 sul riordino dei servizi per il lavoro, il contratto di ricollocazione ancora non è operativo e si continua a rinviare l’inizio della sperimentazione, nonostante i ripetuti annunci sulla necessità di superare l’approccio tradizionale delle politiche passive.

Eppure la durata degli ammortizzatori è stata ridotta, aumentando i costi per il ricorso alla cassa integrazione a carico delle imprese, proprio perchè sarebbero dovute partire le politiche attive del lavoro che ancora non sono decollate. Inoltre dal 1° gennaio non sono più disponibili due strumenti come la mobilità e la cassa integrazione in deroga, che hanno contribuito a ridurre l’impatto sociale della crisi. I tempi per il contratto di ricollocazione sono destinati ad allungarsi dopo che l’ultima riunione tra i tecnici del governo, l’Anpal e le Regioni si è conclusa con un nulla di fatto. Restano chiuse nei cassetti le prime 32mila lettere attese già prima di Natale, indirizzate ad altrettanti disoccupati, percettori di Naspi da almeno 4 mesi, i primi su una platea potenziale di mezzo milione di senza lavoro. Il nuovo scoglio è rappresentato dalla definizione delle procedure per accreditare a livello regionale le agenzie private e i centri per l’impiego che potranno essere scelte dai percettori dell’assegno di ricollocazione per partecipare a percorsi intensivi di ricerca attiva di un impiego. L’accreditamento degli operatori è il primo passaggio: il bonus di importo variabile da 250 a 5mila euro - legato alla difficoltà di trovare un’occupazione al disoccupato in base alla profilazione - sarà incassato dal centro per l’impiego o dall’agenzia accreditata solo a risultato raggiunto, cioè a contratto di lavoro stipulato.

Si attende l’esito della riunione convocata all’inizio della prossima settimana tra il ministro Poletti e le Regioni per la pubblicazione degli avvisi destinati agli operatori publici e privati interessati ad ottenere l’accreditamento. Secondo la procedura, i destinatari delle lettere, tramite il portale Anpal dotato di mappe georeferenziate, potranno scegliersi da casa il centro per l’impiego o l’agenzia per il lavoro che erogherà il servizio. Tuttavia qualche Regione ha proposto che il disoccupato debba recarsi al centro per l’impiego anche per fare la richiesta ed essere indirizzato all’ente finale. La prospettiva di questo appesantimento burocratico ha sollevato più di un’obiezione (a partire dalle agenzie private). Senza contare che qualche Regione ha anche messo in dubbio la messa a regime del contratto di ricollocazione dopo il periodo di sperimentazione, come se si trattase di una misura spot. Sono diversi, dunque, i nodi ancora da sciogliere. Con buona pace delle migliaia di disoccupati che restano ad aspettare.

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