Adempimenti

Il governo riapre il dossier crisi

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Un mix tra formazione e sussidi (eventualmente “più robusti” nei casi di cessazione dell’azienda, ma con prospettive di ripresa e nuovi acquirenti); e con un possibile ruolo attivo delle parti sociali, anche attraverso i fondi interprofessionali, per agevolare il re-inserimento occupazionale.

Con una crescita che stenta a decollare e la fine, dallo scorso 1° gennaio, di mobilità e cassa integrazione in deroga, il governo ha riaperto il dossier “crisi aziendali”. Incontrando ieri, al ministero del Lavoro, Cgil, Cisl e Uil, Giuliano Poletti, affiancato da Marco Leonardi (coordinatore del team economico di palazzo Chigi) e Maurizio Del Conte (presidente di Anpal), hanno illustrato i prossimi passi sulle politiche attive: si conferma il decollo dell’assegno di ricollocazione, come strumento principale per gestire riqualificazione e outplacement dei lavoratori (la settimana entrante, dopo mesi di freni e rinvii, partirà la sperimentazione con le prime 30mila lettere ai disoccupati da oltre quattro mesi). Sul fronte amministrativo, si sta definendo la fase di accreditamento delle agenzie private; ci sarà un potenziamento dei centri per l’impiego; ed è alle ultime limature il decreto, d’intesa con le regioni, che dovrà definire linee d’indirizzo e programmi annuali (dei nuovi servizi per il lavoro).

La discussione tra governo e sindacati si è focalizzata sul pacchetto di proposte rilanciate a settembre dalle parti sociali (compresa Confindustria, che infatti, parteciperà alle prossime riunioni tecniche) per gestire i processi di riorganizzazione, e fino a oggi attuate dall’esecutivo solo in minima parte (c’è stato un intervento ad hoc solo per le crisi aziendali complesse). Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito la necessità di modificare il Jobs act, prevedendo durate più lunghe per gli ammortizzatori, e di accelerare sulle politiche attive, per scongiurare nuove ondate di licenziamenti.

I rappresentanti del governo hanno escluso passi indietro sulla riforma della cassa integrazione, ma hanno aperto su possibili «miglioramenti» della normativa che apre a un “sussidio ponte” nei casi di chiusura definitiva di una impresa, purchè però sussistano nuovi imprenditori che garantiscano la ripartenza: «Le regole attuali andranno ripensate e migliorate visto lo scarso appeal», spiega Marco Leonardi. Più in generale, nella gestione delle crisi «ci dovrà essere un maggior coinvolgimento delle parti sociali. Per esempio, attraverso i fondi interprofessionali», aggiunge Maurizio Del Conte.

I sindacati hanno espresso preoccupazione perchè in seguito all’attribuzione della concessione della Cigo ad un organo monocratico (direttore di sede Inps o suo delegato) - al posto delle Commissioni provinciali - si sono registrati ritardi nei pagamenti, come nel caso del Fis che ha autorizzato dalle sedi Inps, poco più del 10% delle richieste.

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