Adempimenti

Fondirigenti avvia un sistema basato sul merito

di Nicoletta Picchio

La novità è stata introdotta dall’anno scorso per premiare la qualità della formazione. Non più un meccanismo “a sportello” e cioè finanziando chi presenta le domande in ordine di tempo. Ma una scelta legata al merito, cioè alla valutazione di una commissione di esperti ed in base ad un punteggio. «All’ultimo avviso che metteva a disposizione 5 milioni di euro sui temi di Industria 4.0 hanno partecipato oltre 400 fornitori per una richiesta complessiva che è arrivata a 13,5 milioni di euro, quasi il triplo», spiega Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti, uno dei tre fondi interprofessionali specificamente dedicati ai manager. La scelta, quindi, è potuta avvenire su contenuti di qualità alta: fatto 100 il punteggio massimo, aggiunge, tutti i piani formativi finanziati hanno raggiunto quota 78.

Un modello diverso di selezione che Poledrini sta ancora limando: per il 2018 vuole definire la presentazione dei piani formativi a scadenze fisse nel corso dell’anno, ipotizzandone tre. Offrendo un lasso di tempo alle società di formazione o ai consulenti (il rapporto è 96% circa contro il 4%) per presentare i progetti, che saranno poi sottoposti al giudizio della commissione.

Oltre a questo nuovo meccanismo di selezione Poledrini vuole focalizzare ancora di più i contenuti. «Vista la grande richiesta su Industria 4.0 faremo un altro bando più mirato, che vada oltre la trasformazione digitale», dice il presidente di Fondirigenti. Ma sta pensando anche ad altri temi: ci sarà un progetto per il Sud, che uscirà entro la fine dell’anno. E poi è stato deciso di intervenire con nuovi strumenti anche sulle risorse manageriali temporaneamente inoccupate e dei manager di prossima nomina da inserire in particolare nelle piccole e medie imprese. «A questi manager e a queste imprese abbiamo dedicato progetti specifici - continua il presidente - che ripeteremo, aggiornati, nei prossimi mesi».

Fondirigenti è operativo dal 2001. I soci promotori sono Confindustria e Federmanager, aderiscono oltre 13.300 imprese e 76mila manager. «Possiamo crescere ancora molto, a vantaggio delle imprese e del paese», continua Poledrini. Da uno studio italiano, pubblicato sulla rivista della Berckley University, emerge che un incremento dell’1% degli investimenti in formazione manageriale comporta una crescita della produttività dello 0,08%; un aumento dell’1% delle ore di formazione manageriale accresce la produttività dello 0,12 per cento. Anche per questo, continua, è necessario un forte aumento dei manager nelle imprese: per aumentare la produttività, essere più competitivi, avere le competenze per innovare, andare sui mercati esteri.

Oggi le risorse disponibili, che arrivano dallo 0,30 del monte salari, sono circa 30 milioni (nel 2016 sono arrivate a 35 milioni), di cui circa la metà sono destinate agli avvisi, l’altra al cosiddetto conto formazione (utilizzato dalle singole aziende, in genere medio grandi, che preparano i propri piani di formazione). Dall’anno scorso, sottolinea Poledrini, è stato ridotto del 20% l’importo dei contributi che l’Inps versa al fondo. Ma nonostante il taglio di risorse si cerca di implementare l’attività. Nel periodo di attività sono stati finanziati piani per oltre 19mila aziende e 85mila dirigenti. Tra quest’anno e il 2018 sarà promosso un nuovo piano di comunicazione per offrire un’immagine del Fondo rinnovata, delle possibilità che offre. Per funzionare meglio, però il presidente chiede meno burocrazia e di modificare le legge istitutiva, la 388 del 2000. Trasparenza e controlli sì, ma non vincoli ed esigenze interpretative di carattere formale, come le norme sugli appalti pubblici, sottolinea il presidente che rendono più complessa l’attività.

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