Adempimenti

Arriva la proroga, spesometro al 16 ottobre

di Federica Micardi e Marco Mobili

Al ministero dell’Economia vogliono archiviare in fretta questa brutta pagina del nuovo fisco digitale vissuta nelle ultime due settimane con lo spesometro. Così, come anticipato dal Sole 24 Ore lunedì sul sito web, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato ieri il Dpcm che consente a professionisti e imprese di inviare i dati di fatture e corrispettivi entro il 16 ottobre; da sottolineare che dal 18 settembre – iniziale data per lo spesometro nuova versione – ad oggi ci sono state quattro date e tre proroghe.

La possibilità di andare oltre la proroga tecnica del 5 ottobre concessa dal neodirettore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, consentirà all’amministrazione finanziaria e, soprattutto al partner tecnologico Sogei, di gestire il flusso di dati nell’arco dei prossimi dieci giorni senza nuove emergenze. Per il presidente dei commercialisti Massimo Miani va bene la proroga a metà ottobre – peraltro chiesta dai commercialisti già a luglio – «ma resta il nodo sanzioni» su cui si era ventilata una sospensione mai arrivata.

Il flusso di dati da spesometro è stato imponente, nonostante i problemi emersi sul portale web dal 21 settembre ad oggi come ha precisato ieri Sogei alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria. A snocciolare i dati è stato lo stesso amministratore delegato Sogei, Andrea Quacivi: «Al 3 ottobre le fatture e i corrispettivi trasmessi sono pari ad oltre 883 milioni, quelli ricevuti da portale rappresentano il 19%». Ma l’audizione di ieri è stata l’occasione per i vertici Sogei di spiegare l’accaduto e precisare, in primo luogo, che «il sistema non è stato violato dal punto di vista della “sicurezza informatica”». Come ha chiarito Quacivi «non vi è stato, infatti, nessun accesso non autorizzato o sottrazione di dati da parte di hacker». Ma il paradosso sul caos di questi giorni potrebbe essere che si sia «trattato di una scelta funzionale», come ha detto Quacivi, in accordo con le Entrate «per dare agli operatori economici il massimo delle possibilità e degli strumenti finalizzati ad agevolare il rispetto dell’adempimento fiscale».

A destare preoccupazione tra gli intermediari e i professionisti c’è poi quanto rivelato dai responsabili del partner tecnologico del Fisco, ossia che Sogei ha da subito «disposto l’avvio di verifiche, che sono tuttora in corso, finalizzate a individuare, da una parte, i soggetti che hanno avuto accesso a file non firmati da loro stessi pur non essendo stati delegati esplicitamente sui sistemi alla consultazione dei dati, dall’altra le informazioni visualizzate». Quasi a voler ribaltare le responsabilità dell’incidente sulla privacy direttamente in capo agli intermediari. La reazione dei commercialisti non si è fatta attendere: «È fin troppo banale – commentano i delegati al fisco del Consiglio nazionale Maurizio Postal e Gianluca Gerosa – evidenziare che la tutela della privacy deve essere garantita “a monte” dal sistema informatico, impedendo l’accesso da parte di soggetti non autorizzati». E aggiungono: «Invece delle scuse nei nostri confronti è partita una caccia alle streghe».

Dal canto suo il presidente della Commissione di Vigilanza, Giacomo Antonio Portas (Pd), ha rinnovato la fiducia della Commissione ai nuovi amministratori, sottolineando però «che quanto accaduto con lo spesometro è fatto gravissimo che non dovrà mai più ripetersi». La prossima settimana sarà il Garante della Privacy ad essere audito e potrà essere quella l’occasione per capire se i livelli di sicurezza a tutela della privacy adottati da Sogei diano sufficienti garanzie di inviolabilità.

Intanto ieri sera un messaggio Sogei nella sezione «Fatture e corrispettivi» del sito delle Entrate ha fatto chiarezza sugli invii scartati senza motivazione: non vanno rinviati – come inizialmente era stato ventilato – ma bisogna aspettare una “nuova” notifica sull’esito.

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