Adempimenti

I 5.500 addetti dei Centri per l’impiego trasferiti alle Regioni

di Giorgio Pogliotti

Arriva una schiarita per il personale dei centri per l’impiego: finisce una situazione di limbo con il trasferimento definitivo alle Regioni a statuto ordinario dei 5.500 addetti con contratto a tempo indeterminato, con 220 milioni assegnati dalla legge di bilancio. La manovra stanzia anche 16 milioni per trasferire il personale con contratto a tempo determinato e co.co.co, e 2,81 milioni per stabilizzare 51 dipendenti ex Inapp passati all’Anpal.

Si definisce, dunque, la governance dei centri per l’impiego, visto che i lavoratori dal 2014 erano assegnati alle Province in convenzione con le Regioni, ma al tempo stesso la legge Delrio, non riconoscendo alle Province i servizi al lavoro come funzione essenziale, ha creato un quadro di incertezza. Considerando anche le Regioni a statuto speciale e i contratti a termine, il personale dei centri per l’impiego ammonta a circa 8mila addetti che devono rapportarsi con l’Anpal che ha la regia sulla rete nazionale delle politiche attive del lavoro ed impiega 1.200 persone (compresi i contratti a termine e le collaborazioni). L’Anpal ha pronto un piano per consentire l’utilizzo di altri mille addetti a tempo determinato nei centri per l’impiego fino al 2020, con il finanziamento dei fondi europei (si attende il pronunciamento della Conferenza Stato Regioni).

Nel complesso si tratta di numeri assai esigui, sia nel confronto internazionale (in Germania i centri per l’impiego hanno circa 110mila addetti), sia considerando che i disoccupati sono più di 2,9 milioni. C’è poi un problema qualitativo, che investe le competenze del personale, che per effetto del Jobs act dovrà svolgere nuove prestazioni. Ai disoccupati e ai lavoratori in Cigs delle aziende in crisi verrà offerto il contratto di ricollocazione che nella fase sperimentale ha intercettato solo il 10% della platea potenziale - circa 2.800 disoccupati-, ma dal 2018 entrerà a regime e dovrebbe intercettare intorno a 100mila persone.

Ma nonostante queste nuove attività, in legge di bilancio nessuna risorsa è stata stanziata per Anpal servizi, il braccio operativo dell’Anpal, né per la stabilizzazione dei 170 tra ricercatori e amministrativi che lavorano da oltre 15 anni all’Inapp (ex Isfol). Un emendamento al Dl fiscale presentato da Annamaria Parente (Pd) al Senato, prevede uno stanziamento per potenziare l’Anpal (46 milioni per il 2018, di 60 milioni per il 2019 e 52 milioni per il 2020) con risorse avanzate dal Fondo per l’occupazione. «Abbiamo creato uno strumento operativo, l’Anpal, che va fatto funzionare - spiega Parente - dotandolo di risorse adeguate. Per far decollare le politiche attive serve una regia nazionale».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©