Adempimenti

La rottamazione-bis impedisce il Durc

di Giovanni Parente e Matteo Prioschi

La rottamazione-bis delle cartelle inciampa anch’essa nella regolarità contributiva. Ieri l’Inps, nell’ambito del Forum lavoro-fisco organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro in collaborazione con la Fondazione studi, ha comunicato che, in attesa di indicazioni da parte dei ministeri vigilanti, non certificherà la regolarità contributiva a chi richiede la rottamazione secondo il decreto fiscale (Dl 148/2017) e fino all’accettazione di agenzia Entrate-Riscossione.

Il problema si era già posto nella prima rottamazione. Con il messaggio 824/2017, infatti, l’Inps aveva comunicato l’impossibilità di rilasciare il documento unico di regolarità contributiva (Durc) solo a fronte della presentazione della dichiarazione di adesione alla definizione agevolata, e che la regolarità sarebbe stata ripristinata con il pagamento della prima rata.

Per superare questo scoglio è intervenuto l’articolo 54, comma 1, della manovrina di primavera (Dl 50/2017), secondo cui il documento unico di regolarità contributiva (Durc)«è rilasciato a seguito della presentazione da parte del debitore della dichiarazione di volersi avvalere della suddetta definizione agevolata». Questo “lasciapassare” però fa esplicito riferimento alla normativa che regola la prima rottamazione e quindi l’Inps solleva il dubbio se sia applicabile anche alla nuova moratoria. Secondo l’istituto di previdenza una lettura rigorosa della norma determinerebbe una disparità di trattamento tra i contribuenti, ma per risolvere la questione ha chiesto chiarimenti ai ministeri vigilanti. Proprio il ministero del Lavoro, però, aveva condiviso lo stop al Durc proposto dall’Inps per la prima rottamazione. Fatto sta che in attesa delle risposte l’istituto di previdenza attesterà l’irregolarità contributiva. La conversione del decreto fiscale collegato alla manovra non contiene correzioni a riguardo: il testo uscito dal Senato non è stato ritoccato alla Camera, che oggi si prepara a votare fiducia in mattinata e poi l’articolato nel primo pomeriggio.

Ritornando, invece, alle risposte ai consulenti del lavoro, l’Inps ha chiarito i rapporti tra rilascio del Durc e richiesta di rateizzazione del debito contributivo. Purché la domanda di dilazione amministrativa sia presentata prima della trasmissione del credito all’agente della riscossione, non si verifica una «situazione di patologia» per cui il contribuente si trova a metà tra le due fasi e rischia di avere un Durc negativo. Comunque, una volta “formato” l’avviso di addebito, il contribuente potrà richiedere la dilazione all’agente della riscossione. Quindi, secondo l’Inps, la regolarizzazione è sempre possibile e consente al contribuente di ottenere un Durc positivo.

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