Adempimenti

Professionisti, accesso ai fondi Ue ancora limitato

di Mauro Pizzin

La strada da percorrere per agevolare l’accesso dei professionisti ai fondi Ue gestiti dallo Stato attraverso i Pon e dalle Regioni con i Por è ancora lunga e le chances di successo sono legate a un maggiore coordinamento fra gli enti da un lato e gli ordini e collegi dall’altro.

La fresca nomina di Marina Calderone a portavoce per gli Ordini e le professioni regolamentate del Comitato economico e sociale europeo (Cese) - l’organo consultivo della Ue che comprende rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e di altri gruppi d’interesse - fornisce l’occasione per fare il punto sulle sfide ancora aperte per i professionisti e sui prossimi impegni previsti in sede europea.

Guardando a quanto si è già portato a casa - ossia alla parificazione dei professionisti alle Pmi nel diritto di accesso ai fondi strutturali europei 2014-2020, orientamento europeo recepito dalla normativa nazionale, come detto, molto resta da fare. «Ora come ora - spiega la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro e del Cup - l’apertura dei bandi ai professionisti è ancora scarsa. Sul punto ritengo sia necessario che gli ordini facciano una maggiore attività di formazione».

La sfida dei professionisti in ambito europeo non si ferma comunque all’accesso ai bandi. «Fra gli obiettivi - sottolinea Calderone - c’è quello di individuare, una volta per tutte, una comune definizione di professione liberale in Europa, mentre ora ogni Paese membro la declina diversamente. Si tratta poi di operare per dare il giusto peso sullo scenario comunitario ad un segmento del mondo del lavoro che pesa per il 10-12% sul Pil continentale e per il 15% in Italia».

Se ne parlerà nella Giornata europea delle libere professioni in programma in autunno, in cui si porrà al centro il tema dell’auto-regolamentazione delle professioni liberali in Europa, «sulle quali - osserva la portavoce del Cese - dovrà anche essere costruito un Osservatorio».

Insieme a Marina Calderone è stato nominato il portavoce del Cese per le associazioni e professioni non regolamentate, l’austriaco Rudolf Kolbe. «In Europa la definizione di professioni è del resto molto più ampia - conclude la consulente del lavoro -. In molti paesi, ad esempio, esistono professioni regolamentate ma non organizzate in ordini e collegi, in altre le strutture sono di stampo associativo. Il modello italiano non è, comunque, in recessione: la stessa Commissione guarda al nostro come un modello di garanzia, che porta competenza e garantisce condizioni di tutela della fede pubblica».

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