Adempimenti

Badge virtuali e smart working nel futuro degli ispettori

di Luigi Caiazza e Matteo Prioschi

Attività ispettiva sempre più informatizzata: dalla programmazione alla rendicontazione di quanto svolto, passando dalla geolocalizzazione delle imprese che possono essere a rischio irregolarità ma anche dal badge virtuale che consentirà di tracciare gli orari di lavoro degli stessi ispettori.

Su questi argomenti si svolge oggi un incontro tra i vertici e i sindacati dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Da parte dell’ente c’è la volontà di implementare questa trasformazione che comporta un grosso investimento in termini economici, di cui una parte è già stata autorizzata in occasione della riunione del Consiglio di amministrazione dell’Ispettorato che si è svolta settimana scorsa.

Il badge virtuale, nelle intenzioni dell’Inl, è uno strumento che serve a semplificare la tracciabilità degli orari degli ispettori. In prospettiva si dovrebbe arrivare all’assegnazione dell’attività per obiettivi, ma a oggi non si può prescindere dal rispetto dell’orario settimanale di 36 ore previsto dal contratto applicato ai dipendenti, che è quello del comparto ministeri. Un contratto che prevederebbe un orario di lavoro su cinque giorni settimanali dalle 8 alle 14, con due rientri pomeridiani, ma che mal si combina con le esigenze degli ispettori chiamati a svolgere l’attività sul campo con verifiche presso le aziende anche in orari differenti (per esempio di sera e nel fine settimana quando si tratta di attività di ristorazione).

Con il badge virtuale, che nella pratica consiste in una comunicazione tramite smartphone, si potrà notificare l’inizio e la fine dell’attività, ma anche metterla in pausa, in una logica di responsabilizzazione degli ispettori.

In questo contesto dovrebbe inserirsi anche la regolamentazione dello smart working che per il personale ispettivo dovrebbe consistere nella possibilità di svolgere l’attività post-ispezione da casa senza rientrare in ufficio, se tale soluzione risulta più comoda.

Un punto di criticità dello schema proposto riguarda l’individuazione della fascia della ordinaria prestazione giornaliera, individuata dalle ore 7,30 alle 19,30 dal lunedì al venerdì, L’ispettore in tale ambito sceglierà il momento di inizio e quello di fine della prestazione. È evidente che tale scelta, seppure caratterizzante sempre più un rapporto di lavoro autonomo, potrebbe essere un sistema per aggirare la limitazione dell’orario normale contrattuale giornaliero, per la mancanza o insussistenza delle risorse economiche per le prestazioni straordinarie.

La destrutturazione dell’orario di lavoro, da “riesaminare”, secondo i criteri sopra individuati, ma che dovranno essere concordati con le rappresentanze sindacali del personale, è attualmente operativa in fase sperimentale presso 24 ispettorati territoriali e non sembra abbia dato risultati soddisfacenti anche dal punto di vista della produttività. Infatti, a prescindere dal completamento della necessaria dotazione informatica, sembra sia subordinato alla verifica di un corrispondente aumento della produttività dell’azione ispettiva.

Né appaiono trascurabili le quasi contestuali procedure introdotte circa la programmazione dell’attività che, in mancanza di un preventivo esame delle zone, situazioni, fenomeni, particolarmente a rischio, difficilmente potrà alla fine presentare il conto cui l’Ispettorato aspirava.

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