Adempimenti

Il decreto semplificazioni abolisce il Lul telematico

di Antonio Carlo Scacco

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre 2018 il decreto legge 14 dicembre 2018, numero 135 , in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione.

Il decreto, già in vigore dal giorno successivo, persegue l'obiettivo – si legge nel comunicato stampa diffuso dal Governo - di fronteggiare con misure d'emergenza l'attuale situazione di sovraccarico e moltiplicazione degli adempimenti burocratico-amministrativi a carico dei cittadini, delle imprese e della stessa pubblica amministrazione.

Sul piano lavoristico si segnala la definitiva abrogazione dell'articolo 15 del Dlgs 151/2015 concernente l’istituzione e la messa in opera, dal 1° gennaio 2019, del libro unico del lavoro telematico. La norma fu voluta a suo tempo per unificare presso il ministero del Lavoro tutti i documenti aziendali, ivi incluso il libro unico del lavoro (Lul), attraverso la sua tenuta in modalità telematica (il Lul, sostitutivo dei vecchi libri paga e matricola, è stato istituito con l'articolo 39 del decreto legge 112/2008 e successivamente attuato con decreto ministeriale 9 luglio 2008).

In tale ottica avrebbe dovuto costituire il primo nucleo del fascicolo aziendale (articolo 17 del medesimo decreto legislativo), ulteriormente arricchito dalle informazioni derivanti dalle comunicazioni obbligatorie. Un decreto regolamentare del ministero del Lavoro avrebbe dovuto stabilire le modalità tecniche e organizzative per l'interoperabilità, la tenuta, l'aggiornamento e la conservazione dei dati, garantendo, almeno sulla carta, più efficaci controlli e una efficace azione di contrasto del lavoro nero.

L'insorgere di problematiche applicative e organizzative ne avevano consigliato successive proroghe circa la data di entrata in vigore (l'ultima intervenuta con la legge di bilancio per il 2018, che aveva differito l'adempimento al 1° gennaio del prossimo anno).
Problematiche evidenziate dallo stesso Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro che già nel 2015, in sede di audizione parlamentare sui decreti attuativi del Jobs act, aveva rimarcato l’assenza di indicazioni circa le finalità della tenuta telematica del Lul e il raccordo con gli altri flussi informativi, quali uniemens e modello 770, nonché la necessità di regolamentare le modalità di accesso ai dati sia da parte del personale ispettivo, sia dei soggetti interessati, raccordando tali disposizioni alla normativa in materia di privacy ed evitando costi aggiuntivi per le imprese.

Indubbiamente la tenuta "telematica" dei cedolini paga può apparire complessa (si pensi soltanto ai numerosi contratti collettivi nazionali e territoriali applicati e alle conseguenti numerosissime voci presenti nel corpo dei cedolini medesimi), ma è innegabile che una classificazione degli standard comunicativi lavoristici secondo una sistematica tassonomica unica apporterebbe immensi benefici al mondo del lavoro, soprattutto in termini di (reale) semplificazione.

Peraltro lo stesso articolo 16 del Dlgs 151/2015 postula la adozione di «comuni dizionari terminologici e standard tecnici» per la effettuazione di tutte le comunicazioni in materia di rapporti di lavoro, collocamento mirato, tutela delle condizioni di lavoro, incentivi, politiche attive e formazione professionale. In conclusione, forse, una occasione perduta.
Ma l'idea di fondo, a giudizio di chi scrive sostanzialmente valida, potrà essere ripresa, sia pure con i necessari adattamenti e correttivi da concordare e verificare con gli addetti ai lavori, in un prossimo futuro.

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