Adempimenti

In 270mila passano dalle scuole di Agenzia

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Entro il 2022 le imprese 4.0 adotteranno tecnologia cloud, intelligenza artificiale, analisi big data, connessioni mobili ad alta velocità, realtà aumentata, droni. E dopo il 2022, anche robot umanoidi.Uno studio presentato al recente Word economic forum, «The future of jobs report 2018», che ha coinvolto un campione di aziende riconducibili a 12 settori industriali e 20 economie (pari a circa il 70% del Pil mondiale) ha messo nero su bianco l’impatto della digitalizzazione sul mercato del lavoro: secondo l’Ocse in Italia, dove è già elevato il tasso di skill mismatch, più di un terzo degli attuali impieghi è destinato a cambiare, con un’accentuata polarizzazione tra competenze “high” e “low”.

Non solo. Nel Belpaese, complice anche un’economia in frenata e una risalita del tasso di disoccupazione (per effetto, in parte, dell’ingresso nel mercato del lavoro degli inattivi), c’è una fascia mediana di persone, 35-50 anni, che vive una fase delicata di transizione, spesso tra un’occupazione e un’altra, e ha quindi bisogno di aggiornare le proprie competenze. Per non parlare dei più giovani. A oggi, nonostante un tasso di disoccupazione degli under25 superiore al 30%, un terzo delle assunzioni programmate dalle imprese è considerato «difficile» per l’assenza del candidato giusto, specie per quanto riguarda i profili tecnico-professionali.

Per cercare di “giocare in anticipo” e, soprattutto, per offrire un aiuto concreto agli interessati, Assolavoro, e le singole Apl, hanno deciso di scommettere forte sulla formazione. In primis, delle persone all’interno delle agenzie, chiamate a sostenere l’impatto delle nuove sfide poste da un mercato del lavoro sempre più complesso ed in rapida evoluzione. Le Apl impiegano stabilmente nelle proprie 2.500 filiali circa 10mila persone. Più di 59mila sono lavoratori assunti in somministrazione a tempo indeterminato.

I temi affrontati nelle giornate formative riguardano le politiche attive del lavoro, gli aspetti legali che impattano sul settore, i rapporti sindacali, la comunicazione e le competenze trasversali (cosiddette soft skills). L’Academy targata Assolavoro è anche l’occasione per valorizzare il rapporto del settore con gli stakeholder, coinvolgendo tra i docenti, professionisti, imprenditori, dirigenti pubblici, esperti di programmazione europea e di comunicazione. Nel 2018 si sono tenute oltre 70 giornate formative con più di 500 persone formate e 35 agenzie coinvolte.

Vi è poi tutta la formazione erogata a chi cerca un lavoro o un nuovo lavoro. Grazie, anche, a questa attività, in un anno oltre 50mila persone accedono a un’occupazione diretta, stabile e solitamente per profili medio alti nelle aziende committenti. Senza trascurare che almeno un terzo dei lavoratori impiegati in somministrazione a termine, dopo aver lavorato con un’agenzia, conquista una occupazione stabile.

Al fine di valorizzare le attività della propria Academy, Assolavoro ha avviato inoltre una partnership con la piattaforma IQC per l’emissione di digital badge relativi alla partecipazione ai moduli formativi e agli eventi culturali. I badge digitali condivisibili sui social affiancano ai sistemi istituzionali di riconoscimento e certificazione delle competenze, forme e soluzioni nuove capaci di corrispondere a tendenze, domande, opportunità del mercato, delle persone e delle imprese, basandosi sulle tecnologie digitali.

«Nel futuro sono due le direzioni lungo cui viaggerà il lavoro - sottolinea il presidente di Assolavoro Alessandro Ramazza -. Di una si parla opportunamente tanto ed è la digitalizzazione. In meno di cinque anni 300mila opportunità verranno, infatti, da lì. C’è poi un secondo filone portante, talvolta sottovalutato, ovvero l’eco-sostenibilità, che avrà un impatto addirittura superiore e porterà 500mila posizioni lavorative. Un quinto di tutte quelle che si apriranno da qui al 2023, secondo l’Excelsior. Occorre farsi trovare pronti, il sistema delle Agenzie per il Lavoro anche per la specificità del proprio ruolo è in prima linea su questi due fronti con un modello formativo che fa scuola in Europa».

Del resto, pure, l’intesa con i sindacati di fine dicembre sul nuovo Ccnl di settore ha previsto diverse novità per il capitolo “formazione” dei lavoratori assunti a tempo determinato e indeterminato. Un esempio? La «Formazione di Base» per i lavoratori a termine: per almeno il 40% le risorse sono indirizzate alla sicurezza del lavoro, il restante (massimo 60% dei fondi) sono invece orientati su ricerca attiva del lavoro, competenze digitali di base ed informatica, lingue e orientamento al lavoro. Prevista, poi, la possibilità di realizzare i percorsi formativi con Fad (formazione a distanza) per il 50% delle attività. Sul versante dei risultati, almeno una persona su tre, dopo aver seguito un corso con un’agenzia per il lavoro, accede ad una reale occasione di lavoro.

La formazione è interamente finanziata da risorse private: le agenzie per legge “aggiungono” un 4% al totale delle retribuzioni erogate ai lavoratori in somministrazione (per legge “pari” alla retribuzione dei dipendenti diretti dell’azienda presso cui sono impiegati tramite agenzia) per finanziare un fondo dedicato, Forma.Temp. Nel 2018 le agenzie per il lavoro hanno erogato formazione gratuita a 270mila persone con un investimento di oltre 230 milioni di euro. Più di 38mila i progetti formativi finanziati, con forte focus - neanche a dirlo - su manifattura 4.0 e digitale, temi oggetto di almeno un corso di formazione su due.

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