Adempimenti

Formazione avanzata: servono 20 miliardi

di Filomena Greco

Il sistema della formazione come principale leva strategica per il paese. Parte da questa convinzione il lavoro degli Stati Generali dell’Education organizzati a Torino da Confindustria. Un lavoro che prende le mosse dai ritardi e dal gap dell’Italia rispetto ai principali paesi europei, a cominciare da quanto il paese investe nel sistema scuola: il 3,4% del Pil, in calo rispetto al passato e meno di quanto invece Francia o Germania assicurano all’educazione. La prima sfida è di aumentare, almeno di un punto, la percentuale di Prodotto interno lordo destinata all’education dice Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano. «Si tratterebbe di 20 miliardi in più in 5 anni – spiega Brugnoli – che potrebbero essere destinati a più orientamento, più formazione sul lavoro, laboratori, e soprattutto più Its per far crescere la formazione terziaria professionalizzante di cui il Paese ha urgente bisogno». Di centralità della questione educativa e della formazione parla Vincenzo Boccia presidente di Confindustria. «Guardiamo al futuro e non parliamo soltanto di pensioni» dice il leader degli industriali che ribadisce come la scuola e i sistemi educativi rappresentino strumenti essenziali «per lo sviluppo del paese». Che aggiunge: «l’istruzione è l’asse portante della visione strategica per il futuro di un paese che si merita di avere un sistema educativo all’altezza della seconda manifattura d’Europa».

La fotografia tracciata da Confindustria è chiara nella sintesi di Brugnoli: la quota di Pil destinato a scuola e formazione è scesa di quasi mezzo punto in dieci anni, soltanto il 4,4% dei giovani italiani under 25 alterna percorsi strutturali di studio e lavoro . Sul fronte della formazione terziaria, poi, soltanto l’1% degli studenti fa percorsi altamente professionalizzanti, principalmente negli Its con 2.601 diplomati nell’ultimo anno, infine la bassa percentuale di laureati in Italia e tra loro soltanto l’1,4% in materie Stem, nella stragrande maggioranza ragazzi. Gli obiettivi sono altrettanto chiari e ambiziosi: raddoppiare, ad esempio, la percentuale di laureati in materie materie scientifico-matematiche, ingeneria e tecnologia, allineandosi a Germania (3,6%) e Uk (3,8%), portare al 20% la quota di under 25 che studiano e lavorano, puntare a 20mila diplomati nella rete Its.

Nei numeri messi in fila da Confindustria, le “urgenze” del sistema formativo italiano a cui il ministro Marco Bussetti però risponde elencando le priorità su cui si sta muovendo l’Esecutivo, a cominciare dalla riforma dell’alternanza Scuola-Lavoro, tema caro al mondo industriale. «Abbiamo modificato il sistema dell’alternanza – spiega Bussetti – che rischiava di essere un apprendistato occulto, per valorizzare invece i percorsi di orientamento». Secondo aspetto, la centralità degli studenti e dei percorsi di educazione alla persona nel suo complesso: «Competenze e specializzazione sono fondamentali, ma vogliamo contribuire a formare cittadini responsabili, verso gli altri e verso l’ambiente, per questo abbiamo reintrodotto – aggiunge Bussetti – l’educazione civica nelle scuole, grazie ad una legge votata quasi all’unanimità, con l’obiettivo di creare un albo delle buone pratiche, con interventi mirati anche all’educazione digitale».

Sugli Its, l’obiettivo condiviso è di fare di più. «Gli Istituti tecnici superiori – sottolinea Brugnoli – hanno una potenzialità di crescita importante , si tratta di un tipo di istruzione che le nostre imprese stanno chiedendo in maniera forte, abbiamo nei prossimi tre anni 193mila figure professionali nei settori strategici del made in Italy». Mentre il ministro chiarisce che lo stanziamento per le Regioni, destinato agli Its, è stato aumentato di 10 milioni, a quota 32, risorse utili ad inserire in questi percorsi altamente professionalizzanti almeno 3mila ragazzi in più. Una esigenza molto sentita anche nelle aree manifatturiere italiane, a cominciare da Torino che ha ospitato l’evento e che con il presidente Dario Gallina ricorda: «Abbiamo partecipato al Comitato Tecnico di un grande lavoro di revisione dei profili dei Tecnici Superiori, voluto dal Miur l’anno scorso, che ha portato a definire 70 profili professionali, contro i 30 attuali up-to-date 4.0, che speriamo venga recepita presto»

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