Adempimenti

Reddito di cittadinanza: assunzione per 18mila (con vecchie procedure)

di Giorgio Pogliotti

Sono 17.637 i percettori del reddito di cittadinanza assunti nell’arco temporale compreso da aprile - mese di avvio del nuovo sussidio - alla fine di settembre. Due terzi delle assunzioni sono con un contratto a tempo determinato, quasi il 18% con un contratto a tempo indeterminato, oltre il 41% ha meno di 35 anni e più del 90% ha trovato un impiego entro sei mesi dalla presentazione della domanda. Provengono in prevalenza da Sicilia, Puglia e Campania, le regioni con il più alto numero di beneficiari del sussidio.

I numeri elaborati dall’Anpal, incrociando i dati delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro con le domande di Rdc decadute o revocate trasmesse dall’Inps, evidenziano che pur in un quadro di ritardi nell’avvio della “fase 2” delle politiche attive del lavoro, qualcosa si sta muovendo sul territorio. Ma il tutto avviene in assenza della strumentazione dedicata, visto che il sistema informatico unico destinato ai percettori del reddito di cittadinanza che consenta l’incrocio tra la domanda e l’offerta non è ancora pronto. E l’Inps ancora deve pubblicare il modello per consentire ai datori di lavoro di accedere all’incentivo fiscale, quando assumono a tempo indeterminato i beneficiari del Rdc, dopo aver pubblicato i posti disponibili sul portale dedicato. Ad essere coinvolta dalle assunzioni è una platea ancora limitata, il 2,5% dei 704mila percettori del reddito di cittadinanza “occupabili”, una percentuale in linea con il dato della Banca d’Italia, secondo cui nel 2018 tra chi ha trovato un’occupazione alle dipendenze nel privato solo il 2,1% è passato per i centri per l’impiego. Per avere un quadro completo bisognerebbe capire se le assunzioni dei percettori del sussidio intercettano anche quelle dei disoccupati che non prendono il reddito di cittadinanza o si sommano ad esse, ma il dato non si conosce perché manca una banca dati centrale in grado di fornirlo.

Nel merito, tra i 17.637 assunti la tipologia contrattuale più diffusa è il tempo determinato che riguarda 12.118 persone (68,7%), in 3.099 sono stati assunti a tempo indeterminato (17,6%), in 626 con l’apprendistato (3,5%), in 515 con il tirocinio (2,9%). Le attività più ricorrenti riguardano la fornitura di lavoro in somministrazione (8%), la ristorazione con somministrazione (6,7%), la costruzione di edifici residenziali e non residenziali (3,7%), alberghi (3,2%), bar e altri esercizi (3%), la pulizia di edifici (2,9%). Quanto alla fascia d’età degli assunti il 24,9% ha tra 35 a 44 anni, il 24,5% appartiene alla fascia da 25 a 34 anni, il 21,9% da 45 a 54 anni, il 17,3% fino a 24 anni, il 10,5% da 55 a 64 anni, lo 0,9% 65 anni e oltre. Nella distribuzione territoriale dei rapporti di lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza il 12,3% riguarda la Sicilia, il 12,2% la Puglia, il 10,8% la Campania, il 9,3% la Lombardia, il 7,7% il Lazio e il 7,3% l’Emilia Romagna. Tra le regioni con il maggior numero di contratti a tempo indeterminato prevalgono la Campania (27,7%), la Sicilia (22,2%) e la Sardegna (20,9%); per i tempi determinati la provincia autonoma di Trento (84,4%), la Valle d’Aosta (79,2%) e la Puglia (78%). Altro dato interessante riguarda il tempo intercorso tra la presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza e l’inizio del rapporto di lavoro che nel 42,4% dei casi è di 4-6 mesi, per il 31% di 2-3 mesi, per il 17,2% entro un mese, per il 9,4% tra 7-8 mesi.

«La lettura di questi numeri può contribuire a superare diversi luoghi comuni sul reddito di cittadinanza - sostiene il presidente di Anpal, Mimmo Parisi -, che può affermarsi come strumento di protezione del lavoratore per gestire le transizioni tra un impiego e l’altro, analogamente a come avviene in gran parte del mondo».

Le 17.637 assunzioni sono avvenute sostanzialmente con le vecchie procedure: senza poter fruire del bonus riconosciuto alle imprese che assumeranno con contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato soggetti beneficiari del Rdc, sotto forma di sgravio contributivo fino ad un massimo di 780 euro mensili (da 5 mesi a 18 mensilità) e senza l’infrastruttura informatica Anpal che dovrà collegare in rete i diversi portali regionali per l’offerta dei posti vacanti ai percettori del reddito. «Entro fine anno contiamo di avere un sistema informativo unico in accordo con le regioni per avviare in modo definitivo la “fase 2” - aggiunge Parisi-. Accanto al portale amministrativo di Anpal, abbiamo sviluppato il prototipo Italy Works, che prevede l’automatizzazione di tutti i processi di incontro tra domanda e offerta di lavoro, che potranno essere fruiti da tutti i cittadini e dalle imprese direttamente sui loro device, sul modello di quanto ho fatto in Mississippi. Entro giugno contiamo di realizzarlo, mettendo in rete tutte le banche dati istituzionali e non che riguardano il mercato del lavoro. Un algoritmo sarà in grado di associare ad un determinato curriculum le vacancies delle imprese e la formazione necessaria legata alla persona».

La ricollocazione

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