Adempimenti

Ritenute e appalti, fine della moratoria: controlli a pieno regime

di Giuseppe Latour

Stop alla proroga dei Durf. Con il rischio che, adesso, si scateni una corsa agli sportelli dell’agenzia delle Entrate. Anche perché, in contemporanea, scadranno anche altri certificati, oltre a quelli oggetto di proroga.

Il lungo elenco di scadenze ed eccezioni creato dagli interventi dei mesi scorsi in materia di verifiche sulle ritenute negli appalti arriva oggi a una svolta delicatissima. Scade, infatti, la proroga fissata dal decreto liquidità (Dl 23/2020) per i certificati emessi entro il mese di febbraio.

Significa, in sostanza, che migliaia di imprese ricadono di nuovo nel complesso meccanismo di controlli del committente sulle ritenute effettuate dal prestatore nel corso di appalti di valore superiore a 200mila euro. Se fino a poche ore fa le verifiche erano sempre escluse in presenza del Durf, adesso la situazione cambia.

La norma - articolo 4 del Dl 124/2020 - nasceva per porre una lente sui contratti nei quali l’impresa appaltatrice fornisce al committente manodopera presso la sua sede: si tratta di situazioni molto frequenti nei settori dei servizi o della logistica. L’obiettivo è evitare che, per alcuni lavoratori, venga aggirato l’obbligo di versamento delle ritenute. Per questo l’appaltatore, una volta effettuato l’adempimento, deve trasmettere al committente le deleghe di versamento, consentendogli di fare le verifiche. Da questo meccanismo, al quale sono collegate sanzioni, sono esonerate le imprese appaltatrici e subappaltatrici che ottengono il Durf, la certificazione di regolarità fiscale che consente di disapplicare gli adempimenti.

Tutte le imprese che hanno fatto richiesta di certificazione a febbraio, allora, si presenteranno agli sportelli nei prossimi giorni, in tempo per non avere problemi con le ritenute del mese di luglio. C’è, però, il rischio di ingorgo, perché bisogna ricordare che il Durf ha validità di quattro mesi dal momento del rilascio. A luglio, quindi, dovranno recarsi agli sportelli anche le imprese che hanno richiesto il Durf nel mese di marzo, in modo da arrivare in tempo, a metà mese, con il termine fissato per il versamento delle ritenute, dal quale poi parte la catena dei controlli.

Nel frattempo, per completare il difficile quadro, è anche scaduta la moratoria sulle sanzioni. La circolare 1/E dell’agenzia delle Entrate a inizio anno aveva, infatti, attivato un congelamento delle sanzioni, seppure con qualche limite, fino al 30 aprile scorso. Tutte le eccezioni previste in quella sede ormai non esistono più. Le imprese, insomma, sono sottoposte ora a rischi decisamente pesanti, con la possibilità di subire anche la sospensione dei pagamenti. Entro il 21 luglio, in assenza di Durf, dovranno fare le loro comunicazioni ai committenti. Senza dimenticare che gli inadempimenti (anche solo informativi) dell’impresa esecutrice fanno scattare i 90 giorni per la segnalazione da parte del committente all’agenzia. Anche in questo caso a pena di sanzioni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©