Adempimenti

Lavoro agile, verso la proroga della procedura semplificata

di Giorgio Pogliotti

Si profila una proroga in extremis anche per le imprese private, in vista della scadenza del 31 luglio per il ricorso allo smart working con la procedura semplificata, cioè senza la necessità di ricorrere ad accordi individuali. Sono due le opzioni allo studio del governo: il proseguimento dell’utilizzo del lavoro agile su decisione unilaterale dell’azienda per effetto della proroga dello stato d’emergenza oltre il 31 luglio, oppure attraverso il Dl atteso a fine mese con le misure sul lavoro (proroga della cassa integrazione per Covid, del blocco dei licenziamenti, incentivo per le imprese che rinunciano alla cig).

Come è noto la legge 77 di conversione del dl Rilancio ha previsto nella pubblica amministrazione fino alla fine di dicembre il ricorso smart working con l’iter semplificato, almeno al 50% del personale impiegato in attività che non impongano la presenza fisica. Il governo punta ad estendere la proroga al privato, come ha annunciato la sottosegretaria al lavoro, Francesca Puglisi: «Lo smart working nel decreto Rilancio è stato prorogato per il 50% del personale della Pa per un graduale ritorno alla normalità, con la possibilità di riorganizzare gli uffici per il distanziamento sociale, ancora necessario perché il virus non è stato completamente debellato - ha detto Puglisi-. Pensiamo di inserire una norma di proroga anche per il lavoro privato nel prossimo decreto che faremo per il prosieguo degli ammortizzatori sociali».

Tra le imprese c’è grande preoccupazione perchè senza una proroga, dal 1 agosto si dovrebbero convocare i dipendenti in smart working per sottoscrivere gli accordi individuali previsti dalla legge 81 del 2017, necessari per poter continuare ad utilizzare il lavoro agile, e depositarli poi nel portale dedicato, per non vedersi comminare una sanzione (da 100 a 500 euro per ciascuna comunicazione). Si pensi all’impatto sotto il profilo organizzativo per grandi gruppi come Poste italiane dove gli smart workers sono circa 19mila, Enel che ne ha 14mila, o Eni con 13mila. Senza una proroga le aziende dovrebbero convocare migliaia di dipendenti, ma si vogliono evitare assembramenti negli uffici, per non esporre il personale a rischi.

«I tempi sono stretti - sottolinea Marco Marazza(diritto del lavoro Unicatt di Roma)-, l’orientamento di molte imprese è quello di fare la comunicazione unilaterale al lavoratore del ricorso allo smart working entro il 31 luglio con scadenza entro il 31 dicembre. Come del resto sembra autorizzare la legge, quando ha previsto il doppio termine di scadenza del lavoro agile per il 31 luglio e il 31 dicembre».

Con l’avvicinarsi della scadenza, in assenza di atti formali di proroga da parte del governo, parecchie aziende stanno prendendo in considerazione la possibilità di continuare lo smart working attraverso il ricorso a procedure alternative alla convocazione in sede per la sottoscrizione di accordi individuali, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza e la salute dei dipendenti.

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