Adempimenti

Risorse accreditate ma insufficienti per Fsba

di M.Pri.

Con l'accredito sul conto corrente di 516 milioni di euro derivanti dall'incremento delle risorse contenuto nel decreto rilancio, il Fondi di solidarietà bilaterale dell'artigianato può provvedere a pagare l'assegno ordinario per le sospensioni o riduzioni dell'attività verificatesi in aprile e parte di marzo.

A dichiararlo sono stati ieri i vertici del Fondo. «Con queste risorse - ha affermato il presidente Dario Bruni - sarà possibile il tempestivo pagamento delle prestazioni di tutto il mese di aprile, coprendo anche qualche coda di marzo e qualcosina si potrebbe riuscire a fare per maggio», ma ha avvertito che «per pagare le prestazioni ai dipendenti sospesi dal lavoro nei mesi di maggio, giugno e luglio, servono però ulteriori risorse economiche: almeno altri 500 milioni. Sono già pronti i calcoli (fatti sulle ore effettive di assenza dal lavoro, dichiarate da aziende e loro consulenti), per un totale di circa 350 milioni di euro» ma stanno arrivando al fondo le richieste delle aziende «che, sbagliando, si sono rivolte inutilmente alle regioni prima e all'Inps poi, pensando di aver accesso alla cassa integrazione in deroga. Al sistema dell'artigianato provvede, in tutto e per tutto, il fondo».

Inoltre la crisi conseguente al coronavirus ha portato a richiedere l'erogazione dell'ammortizzatore sociale anche aziende che finora non avevano fatto riferimento al sistema della bilateralità. Secondo i numeri forniti da Fsba, si tratta di 57mila aziende e 167mila dipendenti.

A questo riguardo ricordiamo che nei mesi scorsi c'è stato un contrasto di posizioni. Fsba, infatti, ha ritenuto che l'erogazione dell'ammortizzatore sociale consentisse al fondo stesso di richiedere alle aziende di regolarizzare la loro posizione contributiva, qualora ci fossero arretrati, anche tramite la rateizzazione degli importi. Alcune aziende, invece, erano di diverso avviso, dato che i fondi per l'erogazione dell'assegno con causale Covid-19 sono stati messi a disposizione dallo Stato. Non sono mancati ricorsi al Tar Lazio, che dopo un paio di decisioni d'urgenza favorevoli alle aziende, ha fissato un'udienza pubblica, per ora, il 10 novembre.

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