Adempimenti

Proroga della cassa, contributo da aziende senza perdite

di Giorgio Pogliotti

In arrivo una proroga della cassa integrazione Covid per 18 settimane: sarà gratis per le imprese che hanno avuto una significativa perdita di fatturato nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

La misura impatta per circa 7 miliardi sul deficit (ma ha un costo pari a 10 miliardi considerando la contribuzione figurativa), con valore retroattivo a partire dal 15 luglio, fa parte del pacchetto lavoro del Dl Agosto. Come annunciato ieri dal ministro dell’Economia, Roberto Gualteri, il governo intende chiedere un contributo alle imprese che «non abbiano subito perdite significative» e vogliano accedere alla cassa Covid. È in corso una riflessione se già le prime 9 settimane verranno concesse in modo generalizzato gratis a tutte le imprese che ne faranno richiesta o secondo il criterio selettivo della perdita di fatturato (sembra prevalere questa tesi). Nell’Esecutivo si sta ragionando anche sulla percentuale di perdita di fatturato che darà diritto ad utilizzare gratuitamente la cassa Covid: l’ipotesi prevalente è quella di fissare l’asticella al 20%, anche se verrebbe escluso il 40% di aziende che hanno avuto una perdita di fatturato inferiore. Il contributo addizionale dovrebbe oscillare da un minimo del 9% ad un massimo del 15%. Il Dl conterrà anche un incentivo a far uscire i lavoratori dalla Cig, attraverso una decontribuzione per 3-4 mesi a favore delle imprese per ogni cassintegrato riportato in attività. Con uno sgravio contributivo al 100% verranno premiati i datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato o stabilizzano contratti a termine. È prevista anche la proroga del blocco dei licenziamenti, in scadenza il 17 agosto, almeno per la durata della Cig Covid. Sarà prorogata anche la deroga al Dl Dignità per consentire proroghe e rinnovi dei contratti a termine fino a fine anno senza le causali (la misura scade a fine agosto)

Tornando alla Cig per l’emergenza Covid, a marzo e aprile, in corrispondenza con il lockdown, è stata utilizzata da oltre la metà delle imprese ed ha riguardato quasi il 40% dei dipendenti del privato. Nel Mezzogiorno è più alta la quota di imprese che ne ha fatto ricorso (55%), segue il Centro (52%), il Nord Ovest (48%) e il Nord Est (45%) secondo uno studio della Direzione centrale studi e ricerche dell’Inps, in collaborazione con la Banca d’Italia. Le differenze tra le macroaree sono legate «all’etereogeneità delle caratteristiche delle imprese», le attività nel Mezzogiorno sono più sbilanciate a favore dei settori dell’alloggio e della ristorazione, delle costruzioni e del commercio al dettaglio non alimentare, che hanno più risentito delle conseguenze della crisi.

In particolare a marzo e aprile i lavoratori per i quali si è fatto almeno un ricorso alla Cig-Covid sono stati oltre 5 milioni. In media, ogni lavoratore in Cig-Covid ha subito una riduzione oraria di 156 ore, il 90% dell’orario mensile di lavoro a tempo pieno, perdendo il 27,3% del reddito lordo mensile. Lo studio evidenzia che ogni impresa che ha utilizzato la Cig-Covid finanziata dalla fiscalità generale ha risparmiato circa 1.100 euro per dipendente. Tra le imprese più piccole, che hanno utilizzato in prevalenza la Cig-Covid in deroga, l’importo medio risparmiato si attesta a 3.900 euro nel bimestre. Le imprese più grandi del settore dei servizi, che hanno fruito dell’assegno ordinario Covid, hanno risparmiato in media quasi 24mila euro. Per le imprese della manifattura, che ricorrono in prevalenza alla Cig ordinaria Covid, il risparmio è stato di circa 21mila euro.

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