Adempimenti

Its, 20 eccellenze che garantiscono assunzioni all’80% dei giovani

di Claudio Tucci

Venti Fondazioni Its, 123 percorsi attivati per oltre 3.100 studenti (uno su cinque a livello nazionale), un tasso di occupazione medio a 12 mesi dal titolo dell’81%, con punte del 90-100% (un laureato magistrale si ferma al 71,7%). Non solo: uno stretto, e consolidato, legame con le imprese, pmi incluse (il 71% di aziende sotto i 50 addetti è partner strategico delle fondazioni); e un’offerta formativa che spazia su tutte le aree tecnologie, dal made in Italy alle nuove tecnologie della vita; dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, tutti asset centrali per innovazione e 4.0.

La Lombardia si conferma ai vertici come offerta di istruzione terziaria professionalizzante non accademica, con giovani iscritti in crescita di anno in anno, e una rete di supporto strutturata tra associazioni datoriali locali, Usr, regione. Certo, anche qui, la burocrazia è ancora molta, e come nel resto d’Italia occorre fare più orientamento e va migliorata la programmazione, con una gestione pluriennale dell’offerta formativa, che consenta una maggiore attrattività, superando le criticità legate alle strette finestre temporali tra uscita dei bandi e avvio dei corsi. Va poi rafforzato il sostegno pubblico degli Its, coinvolgendo il Mise per la spinta a Industria 4.0, e prevedendo incentivi ad hoc per sostenere lo sforzo formativo delle imprese.

Ma gli Its sono centrali; sono stati citati da Mario Draghi nel discorso di insediamento del governo; e con il Pnrr si prevede un robusto finanziamento pari a 1,5 miliardi.

Di tutto questo si parla oggi al convegno «Le competenze per la Transizione 4.0: l’esperienza degli Its Lombardi» organizzato da Confindustria Lombardia con Adapt, alla presenza tra gli altri dell’assessore lombardo a formazione e lavoro, Melania Rizzoli e del Ceo di Bayer, e referente di Confindustria Lombardia per la valorizzazione degli Its, Monica Poggio.

«Le imprese vogliono ripartire con fiducia e dinamismo - ha sottolineato il presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti -. Per far ciò hanno bisogno di poter trovare le competenze di cui necessitano. Tra queste quelle digitali, - richieste al 60,4% dei profili ricercati nel 2020 -, saranno uno dei principali driver su cui faranno leva le imprese per gestire la ripresa». Ancora oggi, e anche per effetto della pandemia, il mismatch ha raggiunto numeri elevati: 43% (dato Unioncamere-Anpal).

L’offerta Its lombarda può rappresentare più che una risposta: i percorsi più numerosi sono proprio quelli legati alla manifattura, da sempre driver dell’innovazione. «Con i fondi Ue il sistema Its farà un salto in avanti - ha detto Cristina Grieco, consigliera del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per le tematiche legate a regioni ed enti locali -. Dobbiamo però lavorare sodo, fin da ora. I finanziamenti vanno sistematizzati, va salvaguardata la flessibilità dei percorsi, e aggiornati profili e competenze. Gli Its devono passare da start-up a offerta formativa ordinamentale». L’eccellenza degli ITS lombardi nasce dal loro profondo legame con l’industria - ha chiosato Gianni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano -. Legame che è garanzia di un’alta formazione tecnologica e, soprattutto, garanzia di occupazione. Va sottolineato perché è urgente, mentre in tanti parlano di Its, prima di tutto orientare verso gli Its: sarà l’obiettivo degli ITS POP DAYS, dal 5 al 7 maggio, dove gli Its lombardi assieme ad altri 90 di tutt’Italia potranno presentarsi a giovani e loro famiglie in una città digitale degli Its».

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