Adempimenti

Imprese private, uffici pubblici, studi: le novità per 23 milioni di lavoratori

di Marco Ludovico

Avanti tutta sul green pass. Il certificato verde, le sue regole d’uso, sono ormai all’esame parlamentare. Licenziato giovedì scorso il decreto legge in Consiglio dei ministri, il premier Mario Draghi non si ferma. Il documento non è solo strumento di prevenzione e controllo: si è trasformato in una scelta politica strategica. Tanto forte da superare in corsa le poche resistenze nel governo espresse da Matteo Salvini (Lega). La spinta di Draghi è così intensa da aver indotto il Vaticano a condividerla fino ad anticipare le scadenze italiane. Dal primo ottobre nella Santa Sede non si potrà più accedere senza certificato verde. Nelle celebrazioni liturgiche non è richiesto ma restano tutte le regole di prevenzione anti Covid-19: distanziamento nei banchi, mascherine obbligatorie e igienizzazione delle mani. La scadenza per gli italiani scatta il 15 ottobre. La platea interessata si stima in 23 milioni. Lavoratori pubblici e privati, compresi gli autonomi e i collaboratori familiari. «Un decreto per continuare ad aprire il Paese» ha detto il presidente del Consiglio. La misura è una delle più immediate e ad alto impatto tra quelle di tutta la legislazione Covid-19.

Per chi non si presenta con il certificato, scatta la sospensione dello stipendio fin dal primo giorno. In vigore quantomeno fino al 31 dicembre: data finale, al momento, della durata dello stato di emergenza pandemica. In sintesi: senza green pass in Italia non si può lavorare. L’obbligo del certificato riguarda tutta la pubblica amministrazione, il personale degli enti pubblici economici, la Banca d’Italia, la Consob, la Covip. Per gli uffici giudiziari una norma specifica: il pass devono averlo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie. Ma le disposizioni «non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti del processo».

Il provvedimento, inoltre, rimette agli organi costituzionali - il Parlamento, il Quirinale, la Consulta - la decisione di adottare la misura.

Nel settore privato il pass è richiesto a tutti coloro che sono impiegati in attività di lavoro dipendente o autonomo. È indispensabile per accedere ai luoghi di lavoro. Vale per le colf e le badanti così come per un idraulico o un elettricista che deve entrare in casa per fare i lavori richiesti. Uno dei profili più importanti è quello dei controlli. Nella pubblica amministrazione, ma anche nel privato, sono i datori di lavori a verificare il possesso del certificato. La scadenza del 15 ottobre è stata fissata anche perchè ciascun ufficio dovrà definire entro quella scadenza le modalità per organizzare i controlli. Sono attese in proposito le linee guida del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Le verifiche si faranno agli ingressi, ma anche a campione, e i datori di lavoro dovranno indicare con un atto formale i responsabili dei controlli. Le modalità nel settore privato saranno analoghe, è probabile il ricorso alla app «VerifiCa19» giù utilizzata per treni e ristoranti. Il provvedimento non ammette deroghe all’assenza del pass.

Chi è sottoposto all’obbligo, se comunica di non averlo o ne risulta privo durante l’accesso al luogo di lavoro, viene considerato assente ingiustificato. Così scatta lo stop alla remunerazione dello stipendio di quella giornata e di seguito fino alla sua presentazione. Quando si accumulano cinque giorni di assenza il rapporto di lavoro è sospeso. Nel caso di lavoro privato la sospensione comincia fin dal primo giorno. I datori di lavoro inadempienti sui controlli rischiano sanzioni da 400 a mille euro; per i lavoratori trovati sul luogo di lavoro senza pass, da 600 a 1.500 euro. Rischiano anche i magistrati ordinari: essere privi di green pass è considerato «illecito disciplinare».

Il decreto aumenta le vaccinazioni: il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario di governo, ha sottolineato come «a livello nazionale si è verificato un incremento generalizzato delle prenotazioni di prime dosi tra il 20% e il 40% rispetto alla scorsa settimana».

E ora arrivano i primissimi dati, divulgati dalle aziende farmaceutiche, che attestano la sicurezza del vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech anche per i bambini tra i 5 e gli 11 anni di età. I risultati degli studi clinici, affermano le aziende, hanno inoltre evidenziato che il vaccino è «ben tollerato» e ha prodotto una risposta immunitaria «robusta».

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