Adempimenti

Obbligo di controlli anche dentro le mura di casa

di Mauro Pizzin

Le disposizioni sui controlli del green pass nei luoghi di lavoro da parte dei datori di lavoro privati previste nel nuovo decreto legge valgono anche per baby sitter, colf e badanti, con procedure di verifica ancora da definire e che dovranno inevitabilmente tener conto della natura particolare di rapporti destinati a svolgersi in ambito domestico. Si tratta di una platea imponente, stimata in 2 milioni di persone fra lavoratori regolari e irregolari, quasi la metà dei quali potrebbe essere ancora non vaccinata (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri).

L’obbligo di possesso del certificato verde da parte dei cosiddetti assistenti familiari per poter lavorare, introdotta dal decreto e valevole dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021, risponde a quelle esigenze di tutela della salute particolarmente significative quando si lavora con persone fragili come anziani e bambini: motivi per cui un intervento di questo tipo era stato richiesto dalle stesse associazioni datoriali. Il nuovo decreto pone a carico dei datori di lavoro e del personale domestico gli stessi oneri previsti per qualsiasi azienda: in caso di mancato controllo sul possesso del green pass degli assistenti familiari è prevista una sanzione fra i 400 e i mille euro, mentre colf, badanti e baby sitter possono vedersi comminare una sanzione da 600 a 1.500 euro in caso di accesso al posto di lavoro senza il documento.

La norma che prevede la sospensione della prestazione lavorativa fino al 31 dicembre del personale privo di certificato verde, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posti di lavoro, vale anche per gli assistenti familiari, ma va tenuto presente che nel caso del lavoro domestico la risoluzione del rapporto, come regolata dell’articolo 40 del contratto di categoria, in caso di contratto a tempo indeterminato può avvenire senza obbligo di motivazione e con la sola osservanza dei termini di preavviso.

Il principale nodo da sciogliere riguarderà, come detto, la predisposizione del piano di controlli e le modalità del loro svolgimento: l’atipicità del lavoro domestico, secondo Assindatcolf, rende indispensabile l’emanazione di linee guida dedicate da parte dei ministeri in un’ottica di semplificazione.

La platea dei datori di lavoro domestico è, del resto, composta principalmente da persone anziane e non autosufficienti, o semplicemente digitalmente analfabete, mentre il 68,8% lavoratori che li assistono è straniero, in molte situazioni extracomunitario con difficoltà linguistiche e talvolta in possesso di una certificazione vaccinale non riconosciuta nella Ue. In questo contesto, per l’associazione datoriale sarebbe auspicabile la previsione di uno strumento operativo non necessariamente vincolato all’utilizzo esclusivo di una App come Verifica C19, ora utilizzata dai ristoranti e dai datori di lavoro già soggetti all’obbligo di green pass(poiché non tutti posseggono uno smartphone o sono in grado di scaricare, utilizzare e aggiornare un’applicazione) o prevedere una modalità semplificata come un green pass cartaceo.

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