Rapporti di lavoro

Per il 730 precompilato sanzioni sotto esame

di Marco Mobili e Giovanni Parente


La dichiarazione precompilata e il nodo delle sanzioni tornano sotto esame delle commissioni di Camera e Senato. A Montecitorio il testo sarà incardinato oggi con l'intenzione di concedere 24 ore per gli emendamenti e procedere così al voto venerdì o al più tardi lunedì prossimo. Tempi serrati anche a Palazzo Madama dove «il decreto semplificazioni è arrivato lunedì e quindi dovremo esprimere il parere entro il 16 ottobre», precisa il presidente della commissione Finanze, Mauro Maria Marino (Pd). L'obiettivo comunque è quello di arrivare a un secondo parere in entrambi i rami prima del varo della legge di stabilità come anticipato dal relatore del provvedimento alla Camera, il democratico Ernesto Carbone (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Le questioni da affrontare non mancano, soprattutto per quanto riguarda le sanzioni che accompagnano la trasmissione dei dati al Fisco e poi della stessa dichiarazione precompilata. Il testo trasmesso dal Governo, per esempio, non ha accolto l'osservazione della commissione Finanze della Camera di portare da 5 a 30 giorni il termine entro cui i sostituti d'imposta possono inviare la versione corretta della nuova certificazione dei redditi. Né il secondo schema di Dlgs ha dimezzato (come richiesto dalla commissione Finanze del Senato) la penalità di 100 euro per l'omessa, errata, incompleta trasmissione (e non corretta entro i 5 giorni successivi) sia delle certificazioni uniche che dei dati su detrazioni e deduzioni da parte di banche, altri intermediari finanziari, assicurazioni e forme di previdenza complementare.

Ma sul tema delle sanzioni è forte anche l'attesa dei professionisti e degli intermediari abilitati che hanno visto circoscrivere la responsabilità soltanto nei casi di dolo del contribuente: ipotesi, tra l'altro, molto difficile da dimostrare.


Anche sulla partita degli intermediari abilitati alla trasmissione si prospetta una stretta in relazione al perimetro dei soggetti potenzialmente in grado di svolgere l'attività di assistenza fiscale per conto dei Caf. È l'effetto dell'articolo 35 dello schema di decreto, introdotto ex novo nell'ultima versione del provvedimento. «Se le modifiche apportate divenissero effettive - sottolinea il presidente dell'associazione geometri fiscalisti (Agefis), Mirco Mion - i geometri sarebbero esclusi dalle tipologie di professionisti che potrebbero “lavorare” per i Caf». Naturalmente quello dei geometri è solo un esempio, ma ci sono anche altre categorie che negli anni hanno svolto attività di assistenza fiscale e che con le nuove regole si vedrebbero tagliate fuori.

Non c'è, però, soltanto la partita della dichiarazione precompilata nel pacchetto semplificazioni. I parlamentari, per esempio, dovranno fare i conti con il mancato innalzamento della soglia dei 15mila euro (richiesta nel precedente “giro” dalla commissione Finanze del Senato) per la richiesta di rimborsi Iva senza prestare garanzie o senza visto di conformità. Un innalzamento del limite richiesto nelle scorse settimane anche dal mondo delle imprese che hanno chiesto di rendere più semplice la procedura di “restituzione” dell'imposta su cui pende una procedura d'infrazione Ue nei confronti dell'Italia. Così come le imprese auspicano una modifica sulla possibilità di accertare le società «zombie» per cinque anni dopo l'estinzione e sull'allargamento a dismisura della responsabilità dei liquidatori.

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