Rapporti di lavoro

Esperti di finanza: sette aziende su dieci faticano a trovare candidati

di Francesca Barbieri

Una figura sempre più centrale nelle aziende, che ingloba responsabilità anche in campo legale, delle risorse umane, dell’It e del procurement. È il Cfo, o direttore amministrativo-finanziario, che secondo un’indagine della società internazionale di head hunting Michael Page (su oltre 2.800 aziende) risulta introvabile per il 68% delle imprese. La ragione? «Assenza delle doti necessarie a ricoprire questo ruolo - sottolinea Tomaso Mainini, managing director di Micheal Page Italia -: il lavoro del Cfo sta diventando più complesso e richiede forti competenze in campo fiscale, in Italia molto di più rispetto al resto del mondo». Dalla ricerca emerge che tra le priorità dei prossimi 12 mesi la gestione delle problematiche di transfer pricing ha un peso quasi doppio rispetto all’estero. «La ragione sta probabilmente nella pressione sulle imprese italiane derivante dai rischi di verifiche fiscali e sui contributi previdenziali, che sono facilissime da attivare e creano grossi problemi alle aziende».

La contrazione del mercato e l’aumento dei rischi ha reso le funzioni finance ancor più centrali per le aziende, ponendo nuove sfide e responsabilità ai Cfo che negli ultimi anni hanno visto ampliato il proprio mandato a occuparsi di tematiche in passato non così prioritarie, come la capacità di gestire aspetti legati alla liquidità aziendale, oppure la maggiore necessità di relazionarsi costantemente con investitori azionisti affinando quindi anche le proprie doti comunicative e diplomatiche, oltre che tecniche decisionali.
«Queste capacità non sono facili da sviluppare - dice Mainini - e il rischio è che molti specialisti finance attuali non riescano a fare proprio il nuovo insieme di competenze richieste dalla complessità dei mercati attuali. Ecco che la formazione e la capacità di adattamento al cambiamento diventano fondamentali».

Qual è dunque il percorso di studi ideale di un direttore finanziario? «La laurea in economia - risponde Mainini - rimane il punto di partenza e un Mba è sempre gradito. Sempre più apprezzata risulta essere un’esperienza post-laurea in ambito consulenziale e/o di revisione. E sta diventando fondamentale ogni giorno di più anche poter vantare un’esperienza all'estero o focalizzata sui mercati esteri».

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