Rapporti di lavoro

Assistenza fiscale: fissati i compensi per il triennio 2015-2017

di Matteo Ferraris

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze 29 dicembre 2014 che definisce i nuovi compensi per Caf e professionisti si definisce un ulteriore tassello verso la complessa sfida che l'Amministrazione fiscale ha davanti a sé.
E in questa grande operazione di maxiraccolta e travaso dei dati nelle dichiarazioni 730 precompilate da mettere a disposizione dei contribuenti, un ruolo non marginale lo avranno i Caf e professionisti che dovranno gestire:
-un nuovo calendario;
-ulteriori attività prodromiche, quali l'acquisizione delegata del “precompilato” per conto del contribuente;
-una modifica significativa del ruolo: da controllore dei dati inseriti dal contribuente a controllore di dati “precompilati” da parte dell'Agenzia delle Entrate; questi ultimi si presumono esatti al punto tale da irrigidire le sanzioni in capo al Caf e ai professionisti per gli errori ad essi imputabili;
-una modifica rispetto al ruolo di gestione delle informazioni derivanti dal controllo della dichiarazione, delegate al Caf e ai professionisti.

Si tratta di una riforma operata con il D.Lgs. 175/2014 (commentata senza indicazioni su questi aspetti con la circolare n. 31/E/2014) che ha comportato rivendicazioni economiche da parte della Consulta dei Caf in ragione di una serie di attività prima non previste (ad esempio, l'articolo 6, comma 3 del decreto n. 175/2014 prevede che se la dichiarazione precompilata è inviata mediante Caf o professionista, il controllo formale sia effettuato nei confronti del Caf o del professionista, anche con riferimento ai dati relativi agli oneri, forniti da soggetti terzi, indicati nella dichiarazione precompilata).

L'articolo 7 comma 3 del decreto n. 175/2014 si prevedeva, dunque, che con decreto del Mef fossero rimodulate le misure dei compensi, “tenendo conto dei diversi adempimenti posti a carico dei Caf e dei professionisti”.
Il decreto avrebbe dovuto essere emanato entro novembre ma i tempi di pubblicazione della norma principale hanno comportato i ritardi, oggi sanati.
Il decreto prevede una diversificazione dei compensi in funzione di:
-diversi adempienti richiesti rispetto al passato;
-presenza o assenza di modifiche che comportano variazione o integrazione dei dati indicati nella dichiarazione precompilata.

Nel caso in cui il modello sia trasmesso senza variazione dei dati, le singole tariffe sono:
•13,60 euro, per l'assistenza fiscale prestata nel 2015
•15,40 euro, per l'assistenza fiscale prestata nel 2016
•16,90 euro, a partire dal 2017.
Il decreto chiarisce che non sono modifiche quelle apportate ai dati anagrafici del contribuente e ai dati identificativi del sostituto d'imposta che effettua il conguaglio e riduce i compensi del 25 per cento per la mera elaborazione (senza variazione) e la trasmissione dei modelli che non devono far valere oneri, detrazioni o altri benefici.

Per i modelli con variazioni (sostanzialmente si tratta di correzioni apportate ai dati già presenti nel 730) apportate alla precompilata, i compensi sono pari a:
•14,30 euro, per l'assistenza fiscale prestata nel 2015
•16,60 euro, per l'assistenza fiscale prestata nel 2016
•17,70 euro, a partire dal 2017.
Il valore dei compensi raddoppia, in caso di elaborazione e trasmissione dei modelli 730 in forma congiunta.

Quando invece le modifiche comportano integrazioni anche in aggiunta a variazioni dei dati della precompilata, per ciascuna dichiarazione il compenso è fissato in:
•16,20 euro, per l'anno 2015
•18,30 euro, a partire dal 2016.
Gli stessi compensi spettano anche per l'elaborazione e trasmissione dei modelli in caso di mancata predisposizione della precompilata da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Il decreto, infine, specifica che, qualora le somme spettanti a Caf e professionisti in base alle nuove “tariffe” risultino complessivamente superiori alle risorse stanziate (321.497.790 euro per il 2015 e 316.897.790 euro a decorrere dal 2016), i singoli compensi saranno rideterminati con decreto ministeriale per non oltrepassare il tetto di spesa autorizzato.

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