L'esperto rispondeRapporti di lavoro

Allattamento e lavoro notturno

di Alberto Bosco

La domanda

Una dipendente di un centro commerciale (orario di chiusura serale dal lunedì al venerdì ore 22, sabato e domenica ore 21) che sta facendo l'allattamento può rifiutarsi di fare la chiusura serale?

I contratti collettivi stabiliscono i requisiti dei lavoratori che possono essere esclusi dall'obbligo di effettuare lavoro notturno. In ogni caso, dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino è vietato adibire le donne al lavoro dalle ore 24,00 alle ore 6,00. La norma (art. 11, D.Lgs. 8 aprile 2003, n. 66) individua poi un'altra serie di soggetti che non sono obbligati a prestare lavoro notturno, in aggiunta a quelli che siano ritenuti non più idonei a seguito di parere delle strutture pubbliche o del medico competente, e precisamente: a) la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a 3 anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa; b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a 12 anni; c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a carico un soggetto disabile (L. 5.2.1992, n. 104). Va poi evidenziato, con specifico riferimento al caso esaminato che l’articolo 10 del D.P.R. 1026/1976 disciplina le modalità per la fruizione dei permessi. Questi devono assicurare alla lavoratrice la possibilità di provvedere all'assistenza diretta del bambino, e la loro distribuzione deve essere concordata con il datore di lavoro, tenendo conto delle esigenze del servizio. In caso di mancato accordo, la distribuzione dei riposi sarà determinata dalla DTL. Infine, non è consentita la corresponsione di un trattamento economico sostitutivo.

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