Rapporti di lavoro

Una causale in più per la procedura dimissioni

di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone

Ampliare le voci presenti nel modello delle dimissioni telematiche, può essere d'ausilio per una più facile comprensione delle motivazioni che sono alla base dell'effettiva volontà del lavoratore di interrompere il rapporto di lavoro (si veda il Sole 24 Ore di ieri).

La procedura delle dimissioni telematiche 2016 è entrata in vigore il 12 marzo e, subito dopo la diffusione, in via sperimentale, del programma del Ministero, gli addetti ai lavori (consulenti del lavoro in testa) hanno evidenziato molti aspetti critici che potrebbero complicare l'adempimento. Va apprezzato lo spirito della legge con cui – invero già da diversi anni – si tenta di arginare un costume poco civile, quello delle così dette dimissioni in bianco. Tuttavia, nella ricerca di centrare questo obiettivo, non si deve stravolgere un tipico passaggio del rapporto di lavoro consistente nella scelta unilaterale, di uno dei soggetti, recedere dal contratto. Il fine ultimo dovrebbe essere quello di rendere palese la pura e libera volontà del lavoratore, scongiurando l'eventualità di diventare vittima di un artificio, posto in essere dal datore di lavoro.


La nuova regolamentazione è in alcuni aspetti difficile da digerire: si pensi, per esempio, al diritto di ripensamento di cui può usufruire il lavoratore. Sette giorni durante i quali il datore di lavoro, che ha ricevuto la comunicazione, si deve porre in stand by, aspettando che il dipendente mediti la sua decisione e che la stessa a divenga irrevocabile. Solo allora, per esempio, potrà procedere a effettuare una nuova assunzione. Nelle piccole realtà lavorative questo gap non è certo di poco conto.


Se, tuttavia, è vero che al legislatore spetta il compito di emanare le norme, è altrettanta fondata la competenza degli organi preposti a rendere semplice (ove possibile) la loro applicazione. Allo stesso modo è innegabile che il rodaggio di una nuova procedura può evidenziare sbavature e imperfezioni che necessitano di una messa punto. Ritornare sulla procedura delle dimissioni telematiche, accogliendo i suggerimenti degli addetti ai lavori è un fatto di buon senso. E se ciò, come è auspicabile, accadrà, aggiungere un'ulteriore causale (dimissioni per giusta causa) al form telematico in cui compaiono solo “dimissioni” e risoluzione consensuale”, contribuirà a rendere più chiaro il percorso e faciliterà anche l'attività degli altri attori chiamati in causa in relazione all'evento.

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