Rapporti di lavoro

Salute e sicurezza, nuove regole per i campi elettromagnetici

di Mario Gallo

Con il Dlgs 159/2016 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 agosto 2016) il legislatore ha riscritto la disciplina sui campi elettromagnetici contenuta nel Dlgs 81/2008.

Occorre osservare infatti che, all'interno del complesso quadro disegnato in materia di sicurezza sul lavoro da tale decreto, uno dei punti maggiormente critici è stato fino a oggi proprio la valutazione dei rischi da campi elettromagnetici che, ormai, nella società contemporanea hanno una notevole diffusione rispetto al passato visto il proliferare di nuove attrezzature e tecnologie che determinano rischi espositivi per i lavoratori, sia pure in misura variabile e non sempre facile da stimare a priori (si pensi, ad esempio, ai telefoni cellulari o alle reti Wi-Fi).

Si tratta, comunque, di rischi che l'articolo 28, comma 1, del Dlgs 81/2008, impone al datore di lavoro di valutare sulla base dei principi e dei criteri contenuti nel capo IV del titolo VIII relativo agli agenti fisici; tale disciplina, tuttavia, è stata concepita sulla scorta della direttiva 2004/40/Ce che, invero, presentava notevoli difficoltà tali da renderla praticamente inapplicabile.

Per tale ragione il Parlamento europeo ha dovuto correre ai ripari emanando la direttiva 2013/35/Ue del 26 giugno 2013, recante “Disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici)”, ventesima direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva quadro 89/391/Cee, che così ha abrogato la direttiva 2004/40/Ce a partire dal 29 giugno 2013.

Sia pure con circa un mese di ritardo il governo italiano con il Dlgs 159/2016, in vigore dal 2 settembre 2016, ha recepito la direttiva 2013/35/Ue, che pur non risolvendo tutti problemi di fondo di questo ambito così complesso ha fissato alcuni paletti. Da una prima lettura è possibile, tuttavia, rilevare anche alcuni problemi interpretativi non di poco conto che vengono approfonditi negli altri tre articoli pubblicati.

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